Ticino inquinato, sotto accusa gli affluenti del Varesotto
Un articolo della Stampa punta il dito sulla mancata depurazione delle acque del sud della provincia. La replica del presidente del Consorzio Arno, Tenore e Rile
Una pagina intera sulla Stampa dedicata al Fiume Azzurro che in questi giorni di calura estiva sembra soffrire particolarmente. Nell’articolo si indicano i responsabili dell’inquinamento del fiume, che in questi giorni è amplificato dalla mancanza di acqua. Se da una parte il direttore del parco piemontese divide a metà le responsabilità tra Lombardia e Piemonte, dall’altra Legambiente di Galliate picchia duro sul depuratore di Sant’Antonino che si trova a Lonate Pozzolo. Nella didascalia relativa all’impianto di depurazione si dice che: «Non è in regola e fa sì che le acque inquinate del torrente si scarichino nel Ticino. Oggi è la maggiore fonte di inquinamento».
Alcun bagnanti, frequentatori della spiaggia di Turbigo, questa mattina hanno detto che non hanno mai visto il Ticino in una situazione così critica: le alghe impediscono di fare i bagni e la carenza d’acqua ha aumentato il problema.
Tra le accuse anche l’inadeguatezza dell’impianto di Lonate Bozzolo per la decolorazione delle acque dovute agli scarichi delle tintorie.
Pacata la replica di Modesto Verderio, presidente del Consorzio Arno, Tenore e Rile: «Innanzi tutto l’Arno è in secca da due mesi e quindi non scarica nulla. Noi depuriamo le acque collettate e lo facciamo con un depuratore, quello di Sant’Antonino, che è all’avanguardia , tanto che siamo in fase di collaudo dell’impianto ad Ozono che toglie il colore all’acqua, causato dalle scarichi delle tintorie. Inoltre è attivo anche l’impianto di fitodepurazione. I controlli sono continui sia da parte del nostro laboratorio che da parte dell’arpa che esce almeno 9 volte all’anno. Noi facciamo tutto quello che c’è da fare, ogni ente dovrebbe poi farsi carico delle specifiche situazioni».
Una situazione confermata anche dal portavoce di Sogeiva: «Il depuratore di Sant’Antonino non a norma? Non è assolutamente vero: il depuratore non è di Sogeiva ma la gestione è affidata a noi e possiamo dire senza paura di essere smentiti che la situazione è sotto controllo. Certo – continua il portavoce di Sogeiva – sappiamo che la situazione del Ticino in alcuni tratti è critica, ma questo dipende da "strutture accessorie" e impianti che fanno confluire le acque non proprio cristalline di piccoli affluenti. Insomma, riteniamo che non sia il epuratore di Sant’Antonino il problema del Ticino».
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