Piazza Risorgimento e non Largo Risorgimento
Il punto di vista del cirolo cittadino di Legambiente sul progetto di sistemazione della piazza
Riceviamo e pubblichiamo
Il nuovo progetto di sistemazione (meglio di distruzione) di Piazza Risorgimento non poteva non suscitare le numerose critiche e le risentite proteste, non solo dei residenti della piazza stessa, ma anche di molti cittadini, tanto che si è arrivati alla raccolta di firme e in prospettiva si parla di un referendum abrogativo.
Diciamo subito che siamo favorevoli a sottoscrivere la richiesta di referendum, visto che, a meno di ripensamenti della giunta (anche se errare è umano,ma perseverare sarebbe diabolico..),questo strumento sembra essere l’unico modo per fermare un intervento che è poco definire assurdo e devastante
La prima cosa da osservare è che Piazza Risorgimeto è per l’appunto una piazza; è pure una piazza alberata, l’unica piazza alberata del centro di Gallarate.
Non ha senso quindi, come prevede il progetto sostenuto dall’assessore Simeoni, trasformare una piazza in uno svincolo stradale: diventerebbe così Largo Risorgimento,(come Largo Togliatti,Largo Verrotti, Largo Buffoni, a) fruibile quasi esclusivamente dalle macchine , con l’aggravante che, mentre quelli sono in periferia, questa è in pieno centro.
Piazza Risorgimento è una piazza e tale deve restare, con gli alberi, le panchine, gli spazi pedonali a disposizione di tutti i cittadini. Neppure è il caso che diventi come P.zza S. Lorenzo, laddove la fontana è solo da guardare, senza poterne godere da vicino, a meno che si voglia rischiare la pelle.
Non si può tuttavia negare che vi sia un problema di traffico da risolvere, anche se in realtà il problema non è proprio della sola piazza Risorgimento. Senza andar lontano, uno dei nodi più critici della viabilità è l’incrocio tra via XX Settembre e Via Venegoni: Che senso avrebbe allora fluidificare il traffico in piazza Risorgimento per poi strozzarlo inevitabilmente cento metri più avanti? Già ora gli incolonnamenti coinvolgono tutta la via XX Settembre, arrivano oltre la stazione fino alla fontana di Piazza San Lorenzo, per non parlare di Via Venegoni, dove le code arrivano a volte fino a vIa Vespucci ( in attesa della prossima apertura del nuovo centro commerciale nell’area Borgomaneri).
E’ evidente che il problema del traffico in Gallarate, e quindi non solo in piazza Risorgimento, non si può risolvere realizzando mega-rotonde qua e là, ma solo con una programmazione razionale.
Non è casuale che Gallarate non si è ancora dotata di un Piano del Traffico, previsto per legge, nonostante le centinaia di milioni finora buttati via per averlo fatto redigere, senza peraltro approvarlo.
Entrando nel merito del progetto, questo assume come dato di base insindacabile i flussi di traffico che attualmente interessano Piazza Risorgimento, mentre è lecito, anzi doveroso, ridimensionarli, anche drasticamente, a cominciare dai carichi pesanti e dai veicoli ingombranti. Perchè allora non deviare obbligatoriamente il traffico della direttrice Varese-Busto lungo un percorso esterno: Largo Giulio Cesare – Via Raffaello Sanzio – Via Vespucci – viale Lombardia – Mornera – Viale Milano o Tangenzialina e ss336 ? Quanto al traffico della direttrice Varese-Somma, per impedire l’attraversamento di Piazza Risorgimento un’alternativa razionale, seppur costosa, ( per altro il progetto “riqualificazione costerebbe 2,5 milioni di €- 5 miliardi delle vecchie lire). potrebbe essere un raccordo, in galleria, da Via Varese al Sempione In tal caso da Piazza Risorgimento transiterebbe un volume di traffico decisamente inferiore, per cui, volendo eliminare i semafori, basterebbe una rotatoria molto ma molto ridotta: non certo la megarotonda prevista dal progetto che arriva addirittura a tre corsie in ingresso e in uscita.
Cosi facendo, oltre a risparmiare notevolmente, non si stravolgerebbe l’attuale assetto della piazza, non si taglierebbero tutti, sottolineiamo tutti, gli alberi, compresi quelli maestosi e centenari (a partire dai platani
verso l’hotel Astoria,), non si sposterebbe il monumento ai caduti, non si eliminerebbero le panchine……
Che dire poi di questo progetto che non contempla per nulla nè percorsi ciclabili nè pedonali,.
Resta il fatto che un intervento del genere se realizzato, sarebbe una ferita troppo lacerante e duratura per l’intero tessuto urbano,: ci vorrebbero lustri per ricostruire quanto verrebbe distrutto in pochi mesi.
A partire dal Patrimonio Arboreo che si è creato nel corso di decine di anni: ma il valore e l’importanza del verde non sembra un argomento caro a questa amministrazione: basti pensare al recente taglio degli alberi di Via Vespucci, alle affermazioni secondo cui a Gallarate di verde ce ne sarebbe addirittura troppo, alla tesi che con l’intervento in questione il verde in piazza Risorgimento aumenterebbe (a meno che esistano diverse versioni del progetto: quella che ci è stata fornita dimostra, ovviamente, il contrario!)
Ben vengano quindi la richiesta di referendum e soprattutto un dibattito pubblico e partecipato che finalmente costringa questa amministrazione ad affrontare seriamente, in modo globale e non episodico, il problema del traffico, a partire dall’individuazione di uno specifico Assessorato al Traffico, alle Infrastrutture e alla Viabilità , che ora non c’è (e purtroppo se ne vedono le conseguenze..)
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