Antonio e Mario, fratelli contro: comunista internazionale l’uno, fascista varesino l’altro
La vicenda di Mario Gramsci, tra i fondatori del fascio di Varese, fece capolino anche nella nostra rubrica delle "lettere al direttore"
Quando si parla di Antonio Gramsci, comunista, sardo, ma figura di respiro internazionale, non si esula necessariamente dalle vicende varesine. Non è noto a molti, ma un fratello di Gramsci, Mario, viveva a Varese (qui un breve ricordo della sua figura da parte di Marcello Veneziani, intellettuale proveniente dalla destra radicale). Mario Gramsci fu tra i primi fondatori del fascio locale; di tutt’altra tendenza politica, dunque, del fratello Antonio, che del fascismo fu coerente e lucido avversario, oltre che vittima.
Anche Mario Gramsci, volontario nella guerra d’aggressione all’Etiopia, sarebbe morto comunque prematuramente per le conseguenze di una prigionia – questa volta dei britannici – a secondo conflitto mondiale concluso. Lo ricordava tempo fa anche una della nostre “lettere al direttore”, riprendendo precisamente, fin nella polemica sulla pretesa "mitezza" della detenzione fascista di Antonio, l’intervento di Veneziani.
Una vicenda, quella dei fratelli Gramsci, sintomatica delle divisioni politiche che dovevano lacerare il Paese trascinando fino oggi i propri effetti, come nodi mai risolti. E forse sintomatica anche delle scelte politiche prevalenti di una città che proprio sotto il fascismo raggiunse il ruolo di capoluogo, quale presidio confinario contro l’antifascismo dei fuoriusciti nel Canton Ticino.
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