Il professor Carlo Capella è uno dei cinque migliori scienziati al mondo nel campo dell’anatomia patologica. Dal 1983 dirige l’unità operativa dell’Ospedale di Circolo e lavora nel settore della ricerca oncologica. Le sue pubblicazioni sono tra le più apprezzate nel mondo.
Inversamente proporzionale alla fama, però, è sua la voglia di comparire e di rilasciare interviste.
Varesenews è riuscita ad ottenere dal professor Capella una breve descrizione della sua attività. Si tratta della presentazione che lo stesso professor Capella scrisse in occasione dei 30’anni del reparto, nato nel 1975 per gemmazione dall’Università di Pavia e diventata unità operativa autonoma a direzione universitaria nel 1998 con la nascita dell’ Università dell’Insubria.
Un linguaggio scientifico che dà un’idea generale dell’attività realizzata all’interno dei laboratori di via Rossi. La relazione risale al 2005, quando ricorse il trentennale. da allora qualche numero è cambiato, ma intatta rimane la prestigiosa attività medica e scientifica che vantano l’Azienda ospedaliera e l’Università dell’Insubria.
L’Anatomia Patologica è stata istituita come unità operativa autonoma nel gennaio 1975 con il titolo di Centro di Diagnostica Istopatologica, Istochimica ed Ultrastrutturale dell’Università di Pavia, sede di Varese, convenzionato con l’Ospedale di Circolo di Varese. Nel 1998, con l’istituzione dell’Università dell’Insubria, l’Anatomia Patologica è divenuta una delle U.O. a direzione universitaria della nostra Azienda Universitaria Ospedaliera. Il primo direttore dell’Anatomia Patologica è stato il Prof. Enrico Solcia (dal 1975 al 79), a cui sono succeduti il Prof. Luciano Carnevali (1979-83) e il Prof. Carlo Capella (dal 1983 ad oggi).
Dall’ottobre del 2001 l’Anatomia Patologica è stata trasferita nel Padiglione Bianchi dell’ex-Ospedale Psichiatrico, dopo il completamento dei lavori di ristrutturazione voluti dal dr. Carlo Lucchina. L’unità dispone di spazi adeguati e di laboratori ben attrezzati, oltre che di archivi istologici, cartacei e informatici ben ordinati e organizzati. Tra i laboratori specialistici meritano di essere menzionati quelli di patologia molecolare, di citogenetica delle neoplasie, di immunoistochimica e microscopia elettronica, dove vengono eseguite complesse indagini sia a scopo diagnostico che di ricerca. Le attività di diagnostica intraoperatoria e parte dell’attività di accettazione degli esami sono svolte presso il seminterrato del Padiglione dell’Oculistica-Pneumologia, all’Ospedale di Circolo. L’attività autoptica viene eseguita nelle sale autoptiche di tutti gli Ospedali della nostra Azienda.
Organico
Quello medico-biologo comprende oltre al direttore: Prof. Carlo Capella, cinque dirigenti medici e sei dirigenti biologi ospedalieri, due medici e un biologo universitari convenzionati. Il personale tecnico è formato da un capotecnico e da 14 tecnici di laboratorio. Il personale amministrativo comprende quattro persone, di cui una con funzioni organizzative.
Attività svolte dall’Anatomia Patologica:
· diagnosi precoce e prevenzione dei tumori attraverso esami di screening sulla popolazione o su soggetti a rischio
· diagnosi citopatologica, compreso, se necessario, l’immunofenotipo
· diagnosi istopatologica, compreso, se necessario, l’immunofenotipo
· diagnosi intraoperatoria
· diagnosi di patologia cromosomica e molecolare
· diagnosi di neoplasie ereditarie
· riscontro diagnostico su pazienti deceduti in ospedale
· diagnosi cito-istopatologica di verifica e controllo dell’efficacia di terapie mediche, chirurgiche e radianti.
Attività diagnostica svolta dall’Anatomia Patologica in trent’anni
Dal 1975 al 2004 sono stati eseguiti complessivamente 1.113.384 esami. Il numero di esami è aumentato di circa 2 volte e mezza dal 1975 al 2004 (da 22.891 a 53.396 esami). Nel 2004 il 39% degli esami sono stati istologici, il 36% pap-test, il 12,4% citologici extra-vaginali, il 7,4% immunoistochimici, il 2,6% analisi di biologia molecolare, l’1,1% esami intraoperatori, l’1,3% analisi citogenetiche e lo 0,2% riscontri autoptici.
Attività formativa
L’Anatomia Patologica è sede di formazione di studenti della Laurea triennale in Tecniche di Laboratorio Biomedico e di Biotecnologie e delle Lauree Specialistiche in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria e degli Specializzandi in Anatomia Patologica e in Oncologia. Nel periodo 1975-2004 hanno svolto la propria tesi di laurea/diploma in Anatomia Patologica 12 studenti del diploma/laurea breve in Tecniche di Laboratorio Biomedico, 29 studenti di Scienze Biologiche e 47 studenti di Medicina e Chirurgia. Si sono inoltre specializzati – frequentando a Varese – 23 medici in Anatomia Patologica, e 9 in Oncologia.
Attività di ricerca
Dal 1975 ad oggi sono state svolte ricerche rivolte principalmente allo studio dei tumori neuroendocrini, del carcinoma gastrico e delle gastriti, del carcinoma pancreatico e dei linfomi maligni extranodali. Le pubblicazioni comprendono 236 lavori originali elencati in Pub Med e 54 capitoli di libri; a questi vanno aggiunti circa 250 estratti di congressi.
Collaborazioni scientifiche
L’Anatomia Patologica di Varese è stata tra i centri di riferimento dell’OMS per la classificazione dei tumori endocrini (1976-80 e 1996-2002). Collaborazioni con relativi lavori pubblicati si sono realizzate con i Dipartimenti di Patologia delle Università di Pavia, Bologna, Parma, Torino, Sassari, Verona, Bruxelles, Kiel, Monaco, Londra, Ondense e con lo IOSI, Sloan Kettering Cancer Center, la Mayo Clinic, il Salk Institute.
Frequentatori
Hanno frequentato la nostra U.O., in vari periodi, per apprendere tecniche diagnostiche o per svolgere lavoro di ricerca, medici, biologi e ricercatori provenienti dalle Università di Pavia, Bologna, Palermo, Modena, Torino, dall’Accademia delle Scienze di Leningrado, dall’Università di Belgrado, dall’Hammersmith Hospital di Londra e dalla Flinders University di Adelaide e dall’Università di Pamplona.
Il futuro dell’Anatomia Patologica a Varese
L’impegno dell’Anatomia Patologica per il futuro sarà quello di fornire diagnosi sempre più rapide e con precise informazioni per orientare terapie mirate sul singolo caso. Per questo sarà necessario:
1. disporre di apparecchiature che consentano il trattamento dei campioni nell’arco di poche ore;
2. creare reti informatiche efficienti per la trasmissione dei referti;
3. sviluppare sistemi per l’archiviazione digitale delle immagini e per la loro trasmissione (teleconsulti);
4. integrare sempre più le diagnosi morfologiche con i risultati delle indagini genetiche e molecolari, svolte in Anatomia Patologica;
5. descrivere il profilo fenotipico delle lesioni patologiche evidenziando in particolare quei marcatori-immunoistochimici, molecolari e genetici che sono un bersaglio terapeutico specifico.
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