La ‘ndrangheta di Lonate alla sbarra, inizia il processo
L'aula del tribunale di Busto Arsizio intitolata ai giudici Falcone e Borsellino sarà teatro del processo che vede imputati una quindicina di persone accusate di associazione mafiosa
Inizia domani mattina, martedì 8 giugno, nell’aula "Falcone e Borsellino" del tribunale di Busto Arsizio il processo ai presunti affiliati della locale di ‘ndrangheta di Lonate Pozzolo sui quali pende l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso per aver creato una vera e propria cosca radicata tra Lonate e Legnano che avrebbe imposto un sistema di usura, estorsione e traffico di droga in tutta l’area che si estende a sud di Varese e a nord Milano. Fino ad oggi solo per uno dei 39 arrestati nel marzo 2009, Mario Filippelli, la vicenda giudiziaria si è conclusa con una condanna per associazione mafiosa a 13 anni di carcere mentre altri hanno patteggiato e per cinque c’è stato il proscioglimento.
Secondo il pm della Direzione distrettuale antimafia di Milano Mario Venditti, la cosca avrebbe messo in piedi un sistema che si è andato perfezionando negli anni dapprima come costola operativa della cosca madre di Cirò Marina, legata alle famiglie Farao-Marincola, e in seguito anche come organizzazione praticamente indipendente dalla cosca madre, capace di autofinanzirsi con ogni mezzo lecito e, soprattutto, illecito. Dietro ad una miriade di imprese edili intestate a prestanome o direttamente ad affiliati della locale c’erano due gruppi distinti che agivano con diverse modalità: vi era un braccio economico, deputato alle estorsioni e all’usura oltre all’attività imprenditoriale in chiaro, e un braccio armato che effettuava rapine principalmente a uffici postali.
La quindicina di imputati che domani sfileranno davanti al collegio giudicante del tribunale di Busto Arsizio, con a capo il giudice Toni Adet Novik, sono quelli considerati al vertice della struttura criminale. A partire da Vincenzo Rispoli che nell’ordinanza di custodia cautelare che ha dato il via all’operazione Bad Boys del marzo del 2009, è considerato il capo e il collegamento con la cosca di Cirò Marina, guidata dallo zio Giuseppe Farao. L’avvocato di Rispoli, Michele D’Agostino, dice di non sapere se il suo cliente sarà in aula: «Domani si affronteranno numerose questioni preliminari, – fa sapere il legale – a partire dalle eccezioni fino al calendario delle udienze. Se vi sarà il tempo saranno ammesse anche le prove». Rispoli, infatti, è stato liberato dalla Corte di Cassazione che aveva accolto il ricorso del suo avvocato.
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