Basso trionfa a Carnago
Il campione cassanese arriva da solo sul traguardo del Gran Premio Carnaghese precedendo di 14" il secondo Ermeti al termine di una gara dura e condizionata dal mal tempo
Ivan Basso trionfa alla trentanovesima edizione del “Gran Premio Carnaghese” arrivando in solitaria sul traguardo di Carnago precedendo di 14” Giairo Ermeti e di 21” un gruppetto formato da una ventina di corridori. Terzo all’arrivo Daniele Colli, che ha diviso per un lungo tratto lo scatto decisivo del campione di Cassano Magnago prima di cedere negli ultimi chilometri venendo risucchiato dal gruppo. Dopo due vittorie consecutive di Ginanni, giunto sesto al traguardo, dunque, Basso ottiene la vittoria dopo le fatiche del Tour de France, sfatando il tabù che non lo vedeva vincitore in provincia di Varese nelle classiche sul proprio territorio. A causa delle condizioni meteorologiche, il tracciato, che inizialmente prevedeva 10 giri di un circuito di 20 chilometri, è stato accorciato di 2 giri, riducendosi a 180 km totali. Dopo un inizio corsa caratterizzato da una fuga a due che ha raggiunto anche un massimo di 5′ di vantaggio sul gruppo, solo negli ultimi chilometri il nostro Ivan è riuscito a trovare lo scatto decisivo per staccare tutti e concludere da solo la propria prova. Dei 143 partiti solo in 31 sono giunti al traguardo, sottolineando quanto la gara non sia stata semplice.
Non nasconde di essere molto soddisfatto a fine gara, dopo aver stappato la bottiglia della vittoria, Ivan Basso: «È stata una piacevole sorpresa anche per me questa vittoria, ho cercato, dopo un Tour duro e impegnativo, di guarire e potere dare il meglio in queste gare. Abbiamo corso molto bene come squadra, abbiamo gestito al meglio i nostri avversari, sapevo che Ginanni voleva vincere, ma i miei compagni sono stati davvero ottimi scremando il gruppo e facilitandomi di molto il compito. La mia ultima vittoria in Provincia di Varese credo sia giunta da Juniores, se la memoria non mi inganna doveva essere il 1995. Queste strade però le conosco a memoria, le frequento da anni e credo di abitare a non più di un paio di chilometri in linea d’aria. Il tour ti insegna anche a gestire al meglio la fatica sotto pressione, questo ti permette di far fruttare al massimo situazioni come quelle odierne. Per quanto riguarda il prossimo mondiale non credo di far parte della spedizione azzurra, ho già parlato con il ct Bettini e gli ho spiegato che probabilmente non sarò al meglio per quel periodo. Mi tiro fuori, dunque, ma con sincerità, preferisco vedere i miei compagni vincere, con il commissario c’è un rapporto aperto e schietto e penso di essere stato onesto con lui».
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