Primo giorno di scuola, nella classe di “integrazione”
Primo giorno di scuola per 26 alunni stranieri accolti nel nuovissimo Centro di alfabetizzazione di Varese. Una sezione dedicata alla full immersion in lingua per superare le incomprensioni
Un ingresso accogliente e colorato. Tre aule con banchi, sedie, scrivanie e fogli appesi alle pareti. L’emozione del primo giorno. Ha preso il via oggi il primo anno della nuovissima scuola multiculturale voluta dall’amministrazione comunale varesina, dalla rete delle primarie e dall’Ufficio scolastico territoriale. Per ora è chiamata "Centro di prima alfabetizzazione" ma presto avrà una sua personale intitolazione.
Una maestra, una professoressa e un’orientatrice sono all’opera dalle 8 di questa mattina, lunedì 13 settembre, con 26 ragazzi di tante nazionalità straniere, giovani appena giunti a Varese e che ancora non masticano l’italiano. Obiettivo delle lezioni è quello di dar loro gli strumenti indispensabili per entrare nella classe del proprio livello e proseguire gli studi in modo più agevole: « È una bellissima e importante sfida – spiega Cinzia Milan, maestra elementare da 20’anni che ha deciso di affrontare il nuovo compito – Per me è una splendida occasione. Credo che non si finisca mai di imparare e avere la possibilità di confrontarmi con questi bambini stranieri sarà sicuramente un’opportunità per crescere professionalmente».
Sarà proprio lei a seguire i miglioramenti dei più piccoli e li accompagnerà in tempi ragionevolmente brevi, al massimo tre settimane, nelle classi di riferimento: « In queste settimane devono avere gli strumenti essenziali, sia scritti sia orali, per affrontare il percorso scolastico. Poi li accompagnerò nella nuova classe a conoscere compagni e maestre».
Lo stesso iter viene affrontato dai ragazzini delle medie che sono affidati alla professoressa Filomena Cannito: a quest’età il percorso è un po’ più lungo e complesso, al massimo tre mesi per imparare a leggere e scrivere in italiano prima di concentrarsi negli altri studi.
A "vegliare" sui progressi degli alunni internazionali sono i due dirigenti Antonio Antonellis e Salvatore Consolo che credono profondamente in questa opportunità: « Questo era un servizio necessario per aiutare l’integrazione di chi arriva in città e si inserisce nel percorso formativo – spiega il preside Consolo – Si tratta di un progetto reso possibile dalla rete di scuole rimarie di Varese con l’Ufficio scolastico territoriale e l’Assessorato ai servizi educativi di Varese. Ogni ragazzino, giungendo in città, avrà la possibilità di dotarsi degli strumenti indispensabili della lingua prima di essere inserito in classe. Tutti gli stranieri, dunque, che non masticano l’italiano, devono prima passare da questa "scuola", che ha trovato la sua sede alla media Vidoletti».
In classe si usa solo ed esclusivamente l’italiano, anche se la presenza di mediatori culturali forniti dal Comune ( Vanda Macchione, Romana Gerindi e Emanuela Valenzasca) aiutano a superare piccole incomprensioni e, soprattutto, a comunicare con le famiglie a loro volta, spesso in difficoltà. Tra gli alunni in classe questa mattina, ragazzini provenienti dal Sudamerica, ma anche dall’Europa dell’Est (Romania, Ucraina, Albania, Polonia) e dall’Africa.
Una volta "pronti", gli studenti vengono inseriti nella classe della scuola di riferimento rispetto alla propria residenza. In questo modo, gli stranieri, giungendo in città, non dovranno più preoccuparsi di trovare la scuola per il figlio. Ogni istituto e l’amministrazione comunale, appena avuta notizia di un arrivo, attiverà le tre docenti di "integrazione" che si occuperanno di traghettare il ragazzo nel modo più armonioso verso il proprio futuro cammino scolastico.
In aggiunta al servizio di alfabetizzazione di italiano, la scuola conta anche su un’orientatrice dedicata agli studenti di età compresa tra i 14 e 15 anni. Il suo compito è quello di valutare i titoli dei ragazzi giunti e la preparazione attraverso un colloquio e una valutazione delle conoscenze. Il confronto serve al giovane a districarsi tra i tanti piani formativi delle scuole superiori e, nel contempo, serve a capirne il livello rispetto alle sue aspettative.
Ad attendere il colloquio con l’orientatrice, la professoressa Paola Benetti, c’è anche Sylvie in attesa del suo turno per iscrivere la figlia Sys : « Arrivo dalla Costa D’Avorio e vorrei che mia figlia frequentasse la scuola. Un corso breve per imparare un lavoro. Sono contenta che lei possa studiare in Italia. Ho scelto anni fa di venire qui e oggi voglio che lei si prepari a scuola e si integri completamente».
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