Estremisti di destra aggrediscono stranieri a colpi di manganello
Raid improvviso in un circolo di Sciarè mentre cinque bengalesi giocano a carte. Uno degli aggressori è stato arrestato, è un noto neofascista
E’ stato un raid razzista. Tre giovani armati di manganello sono penetrati, venerdì alle 18 e 30, nel circolo Juventus di Sciarè, quartiere di Gallarate, e hanno aggredito cinque uomini del Bangladesh, che stavano giocando a carte all’interno del locale. I due gruppi non si erano mai visti prima, e non c’erano state schermaglie o motivi di astio reciproco. Secondo la polizia del commissariato di Gallarate guidato dal vicequestore Lorena Di Felice, che è intervenuta a seguito di una chiamata di uno degli aggrediti, è stata una spedizione decisa a freddo, nata con l’intendo di colpire indiscriminatamente degli stranieri. I poliziotti hanno rintracciato, nelle vicinanze del circolo, Renato D.G. un ragazzo di 37 anni, estremista di destra, già denunciato lo scorso giugno per un’aggressione nei confronti di un nordafricano, dopo la quale si era dichiarato un militante del gruppo di Forza Nuova. Gli hanno trovato, nello scooter, un manganello con la scritte "Boia chi molla" e «Mussolino dux». Secondo le testimonianze i tre aggressori sfoggiavano quel manganello. L’uomo non ha ammesso le sue responsabilità, ha solo detto che si trovava da quelle parti ma che non c’entra nulla con l’aggressione. Ma i presenti, gli aggrediti ma anche testimoni italiani sentiti dal commissariato, raccontano un ‘altra evrità. il gruppetto è entrato e si è diretto verso il tavolo degli stranieri. Hanno cominciato a urlare e insultarli, hanno detto loro frasi come "bastardi extracomunitari dovete andarvene dall’Italia" oppure "state rovinando l’Italia". I bengalesi sono stati medicati in ospedale, sono stati colpiti di certo a calci e pugni e si parla anche di suo del manganello, ma si sono anche difesi, e non hanno riportato ferite gravi, solo qualche contusione con prognosi di pochi giorni. Renato D.G è accusato di percosse aggravate e gli viene contestata anche l’aggravante dell’odio razziale prevista dalla legge Mancino. I due complici sono ricercati dalla polizia.
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