Maggioranza senza numeri, salta il voto sul Pgt
La seduta era convocata prestissimo e alcuni consiglieri non sono arrivati in tempo. Si ripartirà da capo, sa rifare anche i voti sulle osservazioni esaminate nella notte di lunedì
Manca il numero legale e così la seduta del consiglio comunale salta: è uno scivolone che costa caro alla maggioranza, quello capitato ieri sera. Ora il percorso del Piano di Governo del Territorio – già ritardato dall’ostruzionismo dell’opposizione – dovrà riprendere da capo, anche il voto di lunedì su 60 osservazioni non è più valido.
Cos’è successo? La seduta era convocata prestissimo, alle 17. Un orario anticipato per avere più tempo e proseguire più spediti dopo che lunedì le opposizioni avevano rallentato notevolmente il voto delle osservazioni (esaminate 60 su 324 in 9 ore di dibattito circa). Dopo mezz’ora dalla convocazione, però, mancavano ancora diversi consiglieri del PdL (Monti, Galli, Peroni e Causarano), nonché Quintino Magarò. L’opposizione, uscendo dall’aula, aveva l’occasione di fermare i lavori – nonostante l’arrivo trafelato dell’ex-aennino Causarano – e far saltare la seduta del consiglio, che da regolamento deve iniziare entro 15 minuti dall’ora di convocazione (che era appunto alle 17). E così è stato: passata l’ora prevista, Cinzia Colombo ha presentato una questione incidentale, appoggiata dai consiglieri del Pd, chiedendo lo scioglimento. I consiglieri di Lega e centrosinistra hanno ricordato alla dirigente comunale (che sostituiva il segretario comunale) le norme del regolamento. Nel frattempo la questione posta dalle opposizioni è stata respinta dalla maggioranza compatta, convinta della validità della seduta. Si è andati avanti? Neanche per sogno, perché si aspettava il parere legale. Che è arrivato poco prima delle 20 e ha decretato che l’appello doveva essere fatto nei tempi: tutti a casa, dunque, visto che la seduta non era validamente costituita.
Il passo falso ha creato un terremoto nella maggioranza, con tutto il PdL riunito davanti a Nino Caianiello, furente (come il vicesindaco Bossi) per il ritardo dei suoi consiglieri. La mancanza del numero legale fa saltare infatti l’intera seduta del consiglio, sia nella giornata di mercoledì che nelle successive già previste. Non solo: in serata il presidente Lozito ha dovuto annunciare che anche la votazione già fatta lunedì su 60 delle 324 osservazioni non è da ritenersi valida e che si deve riprendere mercoledì 9 marzo. Non è una corsa contro il tempo, ma quasi: con le elezioni fissate per il 15 maggio, il voto finale deve avvenire entro il 31 marzo. Per l’amministrazione è una sfida che non si può perdere, perché sul Pgt ha puntato molto in questi mesi.
Così ha spiegato il presidente del consiglio Donato Lozito: «Sulla base della questione incidentale posta, pur non approvata dall’aula, ho ritenuto scientemente, dopo aver ottenuto un approfondito parere, di sospendere la seduta, sulla base della centralità del consiglio a tutela tanto della maggioranza quanto opposizione». Lo stesso Lozito ha espresso anche un auspicio per la futura convocazione: «Rispetto a questo passaggio, lancio un messaggio a tutte forze politiche perché apprezzino questo passaggio e verifichino la possibilità di un dibattito che rifugga da spinte ostruzionistiche che in parte in questi giorni ci sono state. Spero che si possa addivenire ad una discussione il più ampia e serena possibile, nell’interesse della città e del consiglio, che è preminente rispetto al Pgt».
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