Bcc, in rosso per la prima volta “ma siamo sereni”
La Banca di credito cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate chiuderà l'esercizio con 3 milioni e 53 mila euro di perdite. Scazzosi (presidente): «La Bcc è ben patrimonializzata e non faremo mancare il nostro apporto all'economia del territorio»
Quanto costa la crisi e quali sono i soggetti chiamati a pagarla. È questo il grande interrogativo a cui hanno dato risposta il presidente della Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate, Roberto Scazzosi, e il direttore generale, Luca Barni, durante la conferenza stampa organizzata persso la sede di Busto Garolfo. A cominciare dalla banca stessa, che per la prima volta in 110 anni registra una chiusura in rosso del conto economico. La causa é la crisi dell’economia, che con un effetto domino determina la chiusura dell’esercizio dell’anno 2011 con un passivo di 3 milioni e 53mila euro (4 milioni 257mila euro incluse le tasse). Nel Varesotto la portata della crisi é sotto gli occhi di tutti: 11.615 aziende fallite in un anno, con una media di 3,05 fallimenti al giorno.
La situazione della banca é però più che solida, tant’é che né il consiglio di amministrazione né il presidente si dicono allarmati. Scazzosi dichiara: «Non sono preoccupato, la Bcc é una banca ben patrimonializzata e in grado di produrre redittività anche in un anno di crisi come il 2011». La banca paga la crisi, come la pagano le aziende, ma tiene a precisare che anche nell’ultimo anno non ha fatto mancare il suo apporto all’economia del territorio. «Abbiamo fatto scelte trasparenti dettate dalla situazione contingente, -continua il presidente della Bcc- che ha incluso la presenza di eventi eccezionali, come i furbetti del credito da noi già denunciati, ma anche i fallimenti di importanti aziende del territorio, come Swim Planet». (foto, da sinistra: Luca Barni e Roberto Scazzosi)
Il 2011 é anche un anno di indicatori positivi riguardanti l’attività della banca, che é in crescita. Il totale attivo nell’anno precedente è aumentato di 8,5 punti percentuali rispetto al 2010 (864.015.248 contro i 795.959.769); il margine di intermediazione é aumentato da 26 milioni 228 mila euro (dato del 2010) a 28 milioni 271 mila euro (dato del 2011 – crescita di 7,8 punti percentuali). Anche il margine di interesse è cresciuto, del 12,7%: dai 17 milioni 176 mila euro del 2010 ai 19 milioni 365 mila euro del 2011. La capacità di gestione dei depositi, anche in una situazione di crisi, ha determinato un calo contenuto delle commissioni attive.
Per quanto riguarda la vicinanza al territorio, i dati parlano chiaro e dimostrano che la Bcc è estranea al meccanismo del credit crunch, spesso denunciato dalle aziende italiane, a causa del quale non riescono ad avere accesso al credito; anzi, la banca denuncia di aver sofferto «la mancanza di reciprocità» da parte degli imprenditori. Il Credito cooperativo nel 2011 fa registrare impieghi superiori a quelli dell’anno precedente (+6%), mentre degli 85 milioni di euro ricevuti dalla Bce (Banca centrale europea) ne ha reimmessi in circolo 60.
Il direttore Barni sottolinea: «Grazie all’ottimo lavoro degli amministratori da 110 anni, oggi ci sentiamo di dichiarare, nella massima trasparenza, di essere molto tranquilli: abbiamo la capacità di produrre redittività, e il nostro core business sta nell’insieme dei margini di interesse e di intermediazione».
La Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate è ai primi posti tra le 44 banche di credito cooperativo lombarde in termini di redditività, il cui livello è pari a quello del 2007, anno in cui la banca ha registrato l’utile netto più alto della sua storia. «Tuttavia, la crisi che ha colpito le aziende –prosegue il direttore generale– ha portato all’inesegibilità di parte dei crediti della clientela. Come tutte le aziende, anche la nostra banca ha fatto pulizia del credito deteriorato (tra i creditori sono presenti piccole e grandi imprese ndr), spesando la crisi per attrezzarsi alle sfide future».
«Avere il bilancio in rosso – assicurano i vertici della banca – non vuol dire che mancherà il sostegno al territorio». Verrà utilizzata una gestione che terrà sotto controllo maggiormente i costi e non farà mancare linfa per il territorio e per le associazioni che si rivolgeranno alla banca, garantendo un impegno naturalmente minore, ma totale.
Per quanto riguarda le strategie di contenimento dei costi, la Banca ha dichiarato di non voler toccare le voci del personale e formazione e di aver già "limato" le spese amministrative.
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