Federici: “Al ballottaggo voterò Zaffaroni”

«Al ballottaggio voterò Zaffaroni, neanche se Umberto Bossi me lo chiede potrei votare Poliseno». Stefania Federici, candidata della Lega Nord rimasta esclusa dal voto decisivo, ha le idee chiare in vista del secondo turno: un endorsement chiaro per il candidato del centrosinistra, una bocciatura della campagna elettorale condotta dal PdL, al di là del rispetto per la persona del candidato Nicola Poliseno.
Per prima cosa il Carroccio deve confrontarsi con la batosta presa in provincia e anche a Cassano: «Sicuramente abbiamo pagato le vicende nazionali anche a Cassano, dico anche giustamente visti gli scandali emersi. 
Noi siamo andati da soli perché dall’alto ci è stato chiesto di andare da soli, mettendoci la faccia. Certamente avremmo vinto, abbiamo comunque mantenuto un alto consenso. In ogni caso i veri leghisti delusi non sarebbero andati a votare altre liste: parliamo di 350-400 voti in meno nelle sezioni storicamente leghiste». Va precisato poi che a Cassano la Lega Nord correva davvero in solitaria, senza liste d’appoggio, come invece è stato fatto a Tradate o anche nella ormai evocatissima Verona di Flavio Tosi: nella città di Romeo e Giulietta il simbolo dell’Alberto da Giussano ha preso il 10% dei voti, a Cassano ha invece sfiorato il 20. «Non ero il candidato perdente, come qualcuno ha detto: un dato di fatto è il 20%, un conto sono anche le preferenze». I leghisti hanno votato Lega, ma hanno votato anche Federici.

Ora si apre il secondo capitolo: come si muoverà la Lega? «Io ho dichiarato in tempi non sospetti la mia posizione: soli al primo turno, soli al secondo turno nel caso fossimo andati al ballottaggio. Se esclusi dal ballottaggio: libertà di voto per gli elettori. Io credo che ci deve essere rispetto del voto: l’orientamento è già verso la sinistra, credo che si debba rispettare l’orientamento espresso dalla città. Neanche se me lo chiede Bossi io voterei Poliseno: la gente oggi vuole il cambiamento, vuole qualcosa di diverso dai soliti partiti».
Certo il centrosinistra al governo sarebbe una novità clamorosa: vede nel progetto di Zaffaroni anche qualcosa diverso dai soliti partiti? «Ha speso la sua persona, ha una lista fatta di giovani. È vero che ci sono anche nomi vecchi della politica, ma ci sono anche tanti giovani, gente perbene, che ho conosciuto durante la campagna elettorale».

Federici però tiene molto ad un aspetto: distinguere la posizione verso l’ex collega di giunta Nicola Poliseno da quella del PdL, quasi a marcare la differenza rispetto alla situazione di Gallarate, dove lo scontro tra carroccio e PdL è stato anche molto sul piano personale. «Io non ho nulla contro Poliseno come persona, sia chiaro: non lo appoggio per questione di coerenza. Non ho mai digerito soprattutto quello slogan del PdL, "dopo il grigio l’arcobaleno".  Quando mi è stato chiesto chi fosse il grigio, mi è stato risposto che era il sindaco Aldo Morniroli, la persona che ha tenuto insieme la maggioranza. Penso allora che quando si governa insieme, non si sputa dove si è mangiato e dove si sono ottenuti risultati»