La bella Valeria alla corte di Paolo Virzì
Valeria Colombo, figlia dei burattinai Chicco e Betty, ha partecipato con un piccolo cammeo nel nuovo film del regista toscano: sogna il grande cinema, intanto danza, scrive e fa teatro
A Paolo Virzì Varese deve essere proprio piaciuta tanto. Non solo ha deciso di girare alcune scene del suo nuovo film "Il capitale umano" nella città giardino, facendo partecipare alle riprese alcune comparse locali, ma ha anche scelto tra le attrici una varesina doc, che proprio ieri ha esordito con la prima (e unica) posa nel mondo del cinema: lei è Valeria Colombo, classe 1987, in qualche modo figlia d’arte. Sì perchè i suoi genitori sono Betty e Chicco Colombo, tra i burattinai (ma anche narratori, pittori, attori e artisti a tutto tondo) più apprezzati d’Italia. Valeria è giovane e bella e ha deciso di puntare tutto sul cinema: «I miei hanno insistito tanto perchè io facessi l’Università – spiega -. Un po’ li ho accontentati, anche se a modo mio: mi mancano 6 esami per finire il Dams a Roma. Nel frattempo però sono anche all’ultimo anno del Centro Sperimentale di Cinematografia (Scuola Nazionale di Cinema) sempre nella capitale, la stessa che hanno frequentato tra gli altri Scamarcio, Lodovini, Crescentini, Rohrwacher. Sto facendo tanta esperienza, sono appena stata un mese a Shanghai alla Theatre Academy in uno scambio tra studenti».
Quando torna a casa Valeria corre dai gatti di casa Colombo e dagli amati cavalli di papà Chicco. A Roma non abbandona un’altra passione coltivata da anni, la danza: ama il lindy hop, ballo swing afroamericano, oltre a continuare a scrivere racconti (ha partecipato al Premio Chiara Giovani nel 2004).
Anche Virzì, il regista preferito di Valeria, ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia: «Lo apprezzo da sempre, adoro “My name in Tanino” di qualche anno fa – racconta la giovane attrice -. Quando ho saputo del nuovo film ho partecipato al provino a Milano e mi hanno presa. Per coincidenza la scena che dovevo girare è ambientata a Varese, la mia città. Una giornata speciale per me, che ho debuttato nel mondo del cinema, e per la mia famiglia, felice per me e per mio fratello Paolo, che proprio ieri ha discusso la tesi di dottorato a Torino in Letteratura Comparata. Il futuro? Finire la scuola innanzitutto, poi magari andare a Los Angeles a vedere da vicino come lavorano là. Sia chiaro, non è che voglio andare per forza all’estero o negli Usa: mi va bene la Cina, la Francia, l’Italia, ovunque mi propongano un bel progetto, un bel lavoro». In realtà non è proprio il primissimo lavoro di Valeria: nel 2011 ha girato un lungometraggio horror per la regia di Francesco Campanini, il non memorabile “La casa nel vento dei morti”. E i burattini tanto cari ai suoi genitori?: «Ho scelto un’altra strada, ma mai dire mai, magari un giorno tornerò a Cazzago Brabbia e per ripercorrere la strada paterna. Per ora provo a inseguire il cinema con la C maiuscola». Sognando i grandi registi italiani: uno, Virzì, potrebbe averlo già conquistato giocando in casa…
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