Trent’anni al falso fisioterapista che violentava i pazienti
Durissima condanna (il massimo della pena) per Roberto Benatti, conosciuto come il pornomassaggiatore, ritenuto colpevole di oltre un centinaio di violenze sessuali ai danni di persone che venivano sedate nei suoi studi
Durissima condanna per Roberto Benatti, il falso fisioterapista con studi a Gallarate e Belluno che ha violentato e truffato decine di ignari pazienti appositamente sedati nei suoi studi. Il presidente del collegio giudicante del Tribunale di Busto Arsizio Adet Toni Novik ha inflitto il massimo della pena, 30 anni di reclusione su un cumulo di pene che avrebbe toccato i 90 anni. Questa volta la condanna è andata oltre l’immaginazione della stessa pubblica accusa, rappresentata dal pubblico ministero Raffaella Zappatini, che aveva chiesto 14 anni di reclusione. Assolto per alcune delle truffe per intervenuta prescrizione o per difetto di querela.
Per le parti civili sono stati previsti risarcimenti che vanno da qualche centinaio di euro a 110 mila per i casi più gravi, come l’abuso sessuale su minore, e nel complesso superano il milione di euro. Benatti, però, è uccel di bosco e nemmeno il suo difensore Alberto Talamone, che nella sua arringa ha chiesto comprensione per una persona parzialmente incapace di intendere e di volere, sa dove possa essere in questo momento. Un accertamento della Guardia di Finanza per un movimento bancario sospetto lo ha posizionato a Santo Domingo, paese dal quale si può chiedere l’estradizione, ma da qualche tempo nemmeno il legale riesce a rintracciarlo. Il "pornomassaggiatore" ha venduto la sua casa ed è riuscito a spostare i soldi ricavati dalla vendita, sottraendola così al sequestro conservativo predisposto oggi dalla corte e che permetterà di ricavare una minima parte del denaro che sarebbe servito al ristoro delle vittime. Il tribunale ha disposto anche la distruzione del fallo di gomma con cui Benatti violentava le sue vittime.
La vicenda ha avuto inizio nel luglio del 2007 quando venne arrestato con l’accusa di aver violentato un paziente che non era riuscito ad addormentarsi in seguito ai sedativi che gli erano stati somministrati dal falso fisioterapista. La reazione del giovane, che aveva visto la violenza ad occhi aperti, ha permesso il successivo intervento dei parenti che lo attendevano all’esterno dello studio. L’arrivo dei Carabinieri e le successive indagini hanno aperto uno spaccato terrificante: le violenze documentate dallo stesso Benatti con maniacalità nel suo pc salgono a 48, poi diventate oltre un centinaio con la scoperta dello studio a Belluno. L’uomo viene incarcerato e inizia un rimpallo di competenze tra i tribunali di Busto e Belluno con il risultato che i termini di custodia cautelare scadono, Benatti torna libero e scappa all’estero. Una consulenza richiesta dalla Procura ne stabilisce la semi-infermità mentale e la diagnosi di parafilia, un disturbo comportamentale che starebbe alla base delle violenze.
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