Ferrovia, cantiere fermo: paesi martoriati e preoccupati

Da tre mesi i lavori hanno cominciato a rallentare. I sindaci hanno incontrato il prefetto e sono preoccupati: "le strade sono disastrate e il progetto congelato". Il problema è ancora nella gestione delle terre

I cittadini di Induno Olona, Arcisate, Cantello, e quelli degli altri comuni direttamente e indirettamente toccati dal cantiere per la costruzione della ferrovia cosiddetta "Arcisate-Stabio", sapevano ed erano pronti a sopportare anni di disagi, per questo avevano chiesto solo una cosa: evitare il blocco dei lavori e la dilatazione dei tempi.
Da tre mesi invece i lavori hanno cominciato a rallentare e da un mese i cantieri sono completamente deserti. Quello che appare adesso ad Arcisate e Induno è uno squarcio enorme che attraversa case, strade e piazze: reso completamente inaccessibile da transenne sponde e barriere dove da giorni non si muove più una foglia. Rimane solo l’acqua, portata dalle piogge di questi giorni, che scorre lungo quello che entro la fine di quest’anno doveva diventare il tracciato della ferrovia. In centro ad Arcisate, a tratti, sembra un vero e proprio fiume che attraversa il paese.
E quando un cantiere imponente come quello della ferrovia va a rilento i problemi che ne derivano si moltiplicano. Per questo i sindaci di Cantello, Induno Olona e Arcisate sono stati ricevuti dal prefetto insieme ai responsabili dei lavori di Rfi e della ditta incaricata per discutere di uno dei tanti problemi che si sono generati.

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Cantieri fermi ad Arcisate 4 di 22

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Ma partiamo dal meccanismo che si è inceppato a monte di tutto il cantiere. Si tratta ancora delle difficoltà riscontrate nella gestione delle terre derivanti dallo scavo. Cominciati i lavori ci si era accorti che la terra rimossa per far spazio all’impianto della ferrovia conteneva quantità importanti di arsenico, tali da richiedere una gestione particolare di tutte le terre rimosse. Questo da un lato richiede uno sforzo maggiore, dall’altro necessita di un luogo dove poter stoccare tutte queste terre, circa 800mila metri cubi, seguendo tutte le procedure imposte dalla legge.

L’ARSENICO COMPLICA LE COSE
Dopo un primo periodo di trattative e ricerche di una soluzione si era individuata l’area dell’ex cava Rainer ad Arcisate, che sembrava poter corrispondere a tutte le caratteristiche necessarie: poi è arrivato lo stop. Nuove analisi sulle terre estratte hanno riscontrato tracce di idrocarburi e materiali che per legge comportano ancora più complicazioni nella fase di stoccaggio. E questo è ciò che blocca tutto: senza un luogo dove spostare la terra non si può procedere con gli scavi.
Per questo ogni tanto si vedono operai impegnati in lavori di carpenteria e costruzioni collegate al tracciato, perché sono gli unici che possono proseguire alcune piccole parti del progetto. Gli scavi in sé sono completamente fermi, una pausa che sta cominciando seriamente a preoccupare i sindaci e i cittadini della zona.

Lunedì in prefettura i sindaci hanno affrontato il problema che riguarda le strade. Prima che cominciassero i lavori era stato fatto un sopralluogo con i responsabili dei cantieri per fotografare la situazione antecedente con la promessa che tutto sarebbe stato ripristinato al termine dei lavori. Ora però i termini si allungano e quindi le strade appaiono in molti punti martoriate dal passaggio dei camion e dei mezzi pesanti occupati negli scavi: buche, sassi e deviazioni pericolose sono la realtà quotidiana di chi circola in paese e i sindaci chiedono che chi si occupa dei cantieri si occupi anche di ripristinare la sicurezza stradale anche del termine dei lavori.

Ma questo non è che una piccola parte del problema complessivo e i sindaci più direttamente coinvolti cominciano ad essere seriamente preoccupati per il futuro del cantiere. «Noi adesso non sappiamo come e quando si sbloccherà questa situazione di stallo – spiega il sindaco di Induno Maria Angela Bianchi – e troviamo anche difficoltà a cercare una via istituzionale per trovare risposte. Ho scritto una lettera insieme agli altri sindaci al nuovo assessore regionale Maurizio Del Tenno, appena insediato ho scritto anche al nuovo ministro Maurizio Lupi, ma se non arrivano risposte finirà che dovremmo prendere un pullman e andare a protestare». Secondo il sindaco non si sta prendendo con la giusta importanza l’intera questione: «dobbiamo smettere di chiamare questo progetto "Arcisate-Stabio" – spiega Bianchi – e non solo perché materialmente il cantiere parte già di Induno Olona, ma soprattutto perché questa tratta non è un tracciato marginale che riguarda quei due paesi: questa è la "Malpensa-Lugano", se ne parlassimo tutti in questi termini forse anche a livello nazionale si capirebbe l’importanza strategica di questa opera e l’importanza che non si blocchino i lavori».
Preoccupatissimo è anche il sindaco di Arcisate Angelo Pierobon, «nelle prossime due settimane ci saranno momenti decisivi per individuare una soluzione – spiega il sindaco che ieri ha sentito al telefono l’assessore ai trasporti Maurizio Del Tenno -: l’assessore mi ha assicurato che sta seguendo da vicino la situazione per cercare di tracciare una soluzione. Il problema qua è che c’è una legislazione troppo stringente e problemi che dovevano essere calcolati meglio. Adesso il paese è devastato, sapevamo tutti che i lavori avrebbero creato problemi ma avremmo voluto conviverci il meno possibile. Ora speriamo che non parta il rimpallo di responsabilità e il rallentamento ulteriore del progetto».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Maggio 2013
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