Cori razzisti allo stadio, condannati i tifosi
Il collegio giudicante del tribunale bustocco ha confermato la tesi dell'accusa: quei cori contro i giocatori neri del Milan sono ingiurie aggravate dal razzismo. Pene da 40 giorni a 2 mesi di reclusione per i sei imputati
Si è concluso con condanne che vanno da 40 giorni a 2 mesi di reclusione il processo ai sei tifosi della Pro Patria accusati di ingiuria aggravata da finalità razziste dopo la partita, sospesa per cori razzisti, tra la squadra bustocca e il Milan, giocata il 3 gennaio scorso. Il collegio giudicante presieduto da Adet Toni Novik, con Luisa Bovitutti e Piera Bossi a latere, ha confermato il reato aggravato dallo sfondo razziale, come previsto dalla legge Mancino in materia di discriminazione anche se ha ridotto di due terzi le richieste del pubblico ministero Mirko Monti. Si tratta della prima condanna di questo tipo in Italia.
A nulla è valso lo sforzo dei difensori dei sei imputati (gli avvocati Talamone, Ceriotti, Abbiati e Moscatelli) che avevano chiesto l’assoluzione dei loro assistiti, sostenendo che non vi era la prova diretta della partecipazione ai cori contro i giocatori neri del Milan. La vicenda, dunque, si chiude con una condanna che vuole essere da esempio per tutti i tifosi italiani che si producono in manifestazioni di odio razziale simili a quella presa in considerazione a Busto Arsizio – così si è espresso anche il pubblico ministero Monti, visibilmente soddisfatto della sentenza. La pena di 40 giorni è stata comminata ad uno solo dei sei tifosi, in applicazione delle attenuanti generiche, vista la condotta processuale dell’imputato che ha partecipato alle udienze e ha anche spiegato ai giudici le motivazioni della partecipazione ai cori, che ha peraltro ammesso. Per tutti gli altri la pena da scontare è di due mesi. Si chiude, in attesa delle motivazioni della sentenza che sarano depositate entro 90 giorni, la vicenda che ha creato una grande eco mediatica sulla città di Busto Arsizio, città che si è costituita parte civile tramite l’amministrazione comunale, insieme alla Lega Pro. Per le due parti civili è stato deciso un risarcimento di 5000 euro ciascuno.
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