L’Italia dei sindaci saluta Laura e il suo coraggio
Più di duecento fasce tricolori al funerale, la folla commossa segue il feretro fino al cimitero. Era presente un pezzo di società italiana che lavora e fatica con coraggio, e tanta gente comune che ammirerà per sempre il sacrificio di questa donna
Una folla, una lunga processione, ha accompagnato Laura Prati nel suo ultimo viaggio, in una giornata afosa e caldissima, ma che la gente di Cardano al Campo, 200 sindaci, alcuni parlamentari, hanno onorato con la loro presenza, silenziosa, commossa, discreta. La camera ardente è stata visitata da un lungo pellegrinaggio, poi la cerimonia laica, un susseguirsi di discorsi, dai sindaci, dall’anpi, gli amici, i concittadini. L’elenco delle personalità lo potete leggere nella diretta di Varesenews, ma è il clima che va raccontato. Il paese pieno di tricolori, i negozi che spontaneamente hanno affisso la foto di Laura, scritto un ricordo, i cittadini che in piazza Sant’Anastasio piangevano, le donne ferme davanti al selciato della chiesa con lo sguardo severo e attento per salutare chi ha servito davvero la comunità. Questa gente. E poi lo sguardo di una bambina, di Alessia, 12 anni, la figlia più giovane del sindaco Laura Prati, la sindaca anzi, come voleva farsi chiamare lei: una bimba che ha seguito la cerimonia con lo sguardo triste, e che il fratello Massimo, 21 anni, ha stretto spesso per mano, fino al cimitero, dove la piccola ha accarezzato una fotografia di Laura giovane, e di lei bambina, l’ultimo ricordo, l’ultimo pomeriggio insieme.
Mentre la bara usciva, le gente urlava “Laura, “Forza Laura”, “Brava Laura”. Davanti al feretro il ministro dell’ambiente Andrea Orlando, il deputato Daniele Marantelli che rappresentava anche la presidente della camera Laura Boldrini, e poi la corona di fiori del presidente della repubblica ma soprattutto la gente. “Mi ha spezzato il cuore vedere la figlia della sindaca” confessa Caterina Buffardeci, il comandante della polizia locale, che ha parole durissime verso Giuseppe Pegoraro, l’uomo che sparò a Laura Prati.
L’Italia migliore, quella dei sindaci, soprattuto quella dei piccoli paesi, è tutta qua: ci sono tantissime fasce tricolori, e poi i sindaci del Cuv, il consorzio dei paesi di Malpensa, che vegliano la bara, e dispongono i gonfaloni all’uscita dala chiesa: C’è Piero Fassino il presidente dell’associazione nazionale dei primi cittadini, c’è Attilio Fontana, il capo dei sindaci lombardi, Giuliano Pisapia, il sindaco del capoluogo Milano, c’è Roberto Maroni presidente della regione. C’è chi sa che cosa voglia dire mettersi a disposizione delle proprie comunità, e magari anche morire, per questo compito.
E infine il ricordo religioso: «In questi giorni – ha detto Monsignor Agnesi prevosto di Varese – mi sono interrogato sul coraggio di chi si impegna per le istituzioni. Ce ne parla la Costituzione, ma non dice fino alla morte. Dobbiamo interrogarci sul clima di violenza». Anche il parroco, don Bruno Perego, ha voluto ricordare il sindaco scomparso: «Non ti abbandoniamo Laura. La vita non è tolta è solo cambiata. Insieme alla parola addio sentiamo l’eco della parola Arrivederci».
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