I destini incrociati di Lazaar e Fiumicelli

Le storie di due giovani talenti del calcio cresciuti a Venegono Superiore e ritornati sul campo dove hanno mosso i primi passi della loro carriera

I destini di Ernesto Luca Fiumicelli (foto a sinistra) e Achraf Lazaar si sono incrociati sul campo di Venegono Superiore per l’amichevole tra Varese, squadra di serie B, e Varesina, società che milita nel campionato di promozione. Il primo schierato come punta nella Varesina, il secondo costretto a guardare la partita a causa di un infortunio rimediato in una partita di coppa Italia. Entrambi hanno iniziato a giocare a calcio proprio a Venegono: Fiumicelli, partito dal campo di via Monte Nero e dopo una carriera spesa sui campi di C1 e C2 con due passaggi densi di promesse nelle fila del Varese e del Brescia, a 28 anni è ritornato nella società degli esordi  per giocare in promozione. Lazaar, arrivato nel 2003 a 11 anni da Casablanca (Marocco), è stato accolto e allevato calcisticamente nella squadra di Venegono per poi passare al Varese, dove si è messo in luce nella mitica Primavera allenata da mister Devis Mangia, finalista al torneo di Viareggio nel 2011, ed essere successivamente confermato nella rosa della prima squadra in serie B.

Nel  2003 Fiumicelli, quando il Varese era in C1, era considerato un astro nascente: a soli 17 anni il “Pupo” – così era soprannominato – aveva debuttato nella squadra allenata da mister Roselli, contribuendo con tre gol alla salvezza. Si ripetè con quattro gol nella stagione successiva. Il passaggio a Brescia in serie A sembrava l’inizio di una carrriera luminosa ma così non fu e dopo un ritorno non felice a Varese, terminò la carriera da professionista in C2. «Per me è stato un ritorno gradito – dice Fiumicelli – perché da qui sono partito. Oggi faccio l’agente di vendita e non ho rimpianti».

Per Lazaar (nella foto durante la partita di Coppa Italia contro la Juve Stabia) , che l’ascensore della vita porta ancora verso l’alto, questo ritorno è carico di emozioni e soprattutto di ricordi. Nella Varesina gioca ancora il suo primo allenatore. «Per me lo sport è pura passione – dice il giocatore-. Quando sono arrivato qui non parlavo una sola parola di italiano, il calcio era l’unica lingua che conoscevo».

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Pubblicato il 23 Agosto 2013
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