Da Cantello all’Australia per fare il custode di un’isola deserta

Silvano Nero è un ragazzo di 26 anni: partito in cerca di fortuna s'è imbattutto in un personaggio strano. Un ex uomo d'affari che vive come un eremita. L'anziano ha lasciato l'isola per qualche mese e Silvano ...

Un’isola deserta, un ricchissimo ex uomo d’affari, un giovane alla ricerca di un lavoro che trova occupazione come custode. Sembra la trama di un film, ed invece è la storia di Silvano Nero, un ragazzo di 26 anni di Cantello: qualche problema con il lavoro come molti suoi coetanei, Silvano ha preso la palla al balzo ed è partito per l’Australia, non solo in cerca di un impiego, ma per vivere appieno un’esperienza di viaggio dall’altra parte del mondo. Nel gennaio dell’anno scorso Silvano è decollato per Perth, con il permesso australiano soggiorno-lavoro, che consente per un anno di restare liberamente sul territorio dei wallabies, ma rinnovabile con tre mesi di lavoro nel campo dell’agricoltura. Dopo molto peregrinare per tutto il territorio australiano, con tante emozioni, scoperte ed esperienze, Silvano e la sua compagna Erika – romana conosciuta proprio in Oceania – hanno ricevuto un’offerta di quelle che non si possono rifiutare: vivere su un’isola deserta, Restoration Island, nel nord est dell’Australia. Silvano ci racconta questa particolare e indimenticabile, avventura dall’altro capo del mondo.
 
Come avete trovato il lavoro sull’isola?
«Ogni anno Dave Glasheen, unico abitante e proprietario dell’isola, se ne va a Cairns, sulla terraferma, a fare grandi provviste. È iscritto al programma WWOOFING (Willing Workers on Organic Farms) tramite cui trova viaggiatori come noi che in cambio di vitto e alloggio si occupano dei suoi due cani e svolgono semplici lavoretti sull’isola. Noi stavamo viaggiando verso nord lungo la costa orientale dell’Australia e, cercando lavoro online, ci siamo imbattuti in un annuncio di Dave. Siamo stati fra i primi a rispondere, gli è piaciuta la nostra email, ci ha chiamati e ci siamo messi subito in viaggio».
 
Dove si trova esattamente "Resto" Island, cosa c’è sull’isola e cosa intorno?
«Resto si trova a largo della penisola di Cape York, la punta nord-orientale dell’Australia, a poche centinaia di chilometri dalla Nuova Guinea. È a soli 400 metri dalla terraferma, circa 40 chilometri dal primo centro abitato, Lockhart River, che ospita una comunità aborigena di circa 500 persone. L’unico modo per arrivare a Lockhart River durate la stagione delle piogge (ottobre-marzo) è prendere un piccolo aereo da non più di 36 passeggeri da Cairns, poiché i 700 chilometri di strada sterrata della penisola di Cape York vengono chiusi a causa di frequenti allagamenti. Una volta scesi dall’aereo, al modesto aeroporto di Lockhart (una casetta di legno) ci ha accolti Dave, che abbiamo riconosciuto immediatamente e che ci ha portati con la sua malconcia jeep sul punto di costa più vicino all’isola dove abbiamo preso una barchetta. L’isola vulcanica è prevalentemente costituita da una grande collina di foresta pluviale. Dave nel tempo ha tracciato due percorsi nel bosco che in circa un’ora portano ai punti più alti dell’isola, da cui è possibile vedere la terraferma, altre isole della zona e lo spicchio di terra in cui vive lui. Quest’ultimo ospita alcuni edifici fatiscenti costruiti durante la seconda guerra mondiale che hanno risentito degli effetti del tempo e dei vari cicloni che si sono scatenati sull’isola; Dave li ha risistemati alla bell’e meglio per farne una casa, un garage e un paio di stanze degli ospiti».
 
Che tipo è il vostro "datore di lavoro"?
«Nonostante il look da classico eremita selvaggio, con la sua lunga barba bianca alla nonno di Heidi, Dave è estremamente socievole e chiacchierone. Parla tantissimo, non smette mai, passa da un argomento ad un altro con estrema facilità tanto che si fatica a seguirlo. Ha un’opinione su tutto: dall’esportazione dei gamberi in Giappone, ai prezzi del petrolio in Arabia Saudita, alla performance di Johnny Depp ne "I Pirati dei Caraibi". Ha una connessione internet e un tablet e si informa ogni giorno leggendo le news, tanto che è stato lui ad annunciarci che in Italia abbiamo un nuovo Presidente del Consiglio. È una persona piena di interessi che ha vissuto numerose esperienze personali, alcune tragiche, che lo hanno portato a divenire molto ricco velocemente, poi povero altrettanto rapidamente finchè un giorno per caso non ha trovato la pace che cercava su Restoration Island. Con noi Dave è stato molto gentile e disponibile facendoci sentire subito a nostro agio sull’isola».
 
Com’è la giornata tipo e di cosa vivete?
«La mattina ci svegliamo quando sorge il sole e Quasi e Locky, i due cani, vengono a leccarci i piedi. Dopo aver fatto colazione di solito ci dedichiamo alla pesca, attività di cui siamo diventati grandi fan da quando siamo arrivati in Australia. Pescare a Restoration Island, a due passi dalla barriera corallina significa poter vedere una grande varietà di pesci, di ogni colore, forma e dimensioni. La maggior parte dei pesci che prendiamo li lasciamo liberi… sono troppo belli per poterli mangiare. Qualche volta riceviamo anche visite, per lo più da pescatori aborigeni che si fermano per un saluto, per darci qualche consiglio sulla pesca e lasciarci qualche pesce da assaggiare. Nonostante la presenza di coccodrilli, squali, meduse assassine, pesce pietra, a volte ci sentiamo abbastanza coraggiosi da fare il bagno nell’acqua cristallina di una piccola piscina naturale circondata da una lingua di sabbia che si forma ogni anno durante la stagione della piogge. Il pomeriggio nelle ore più calde ci dedichiamo alla lettura, alla scrittura e alla birra fatta in casa da Dave all’ombra del gazebo davanti all’oceano. All’imbrunire spesso passeggiamo per l’isola con i cani e svolgiamo lavoretti per Dave, come tagliare l’erba, annaffiare l’orto o tenere pulita la spiaggia. Non appena cala il sole l’isola viene travolta da un intenso silenzio, interrotto soltanto da versi dei vari animali notturni. Da bravi italiani il nostro passatempo della sera è creare pietanze commestibili con il poco a nostra disposizione, per lo più pasta, riso, farina e tanto, tanto pesce. Dave va a Lockhart ogni due-tre settimane e compra pane, e uova fresche. Per il resto mangia cose in scatola o secche, beve latte in polvere, acqua piovana e la sua celeberrima birra che usa anche come mezzo di scambio coi pescatori del posto. Una scatola di birre vale circa 20 chili di pesce».
 
Avete avuto a che fare con animali pericolosi?
«A parte i temibili abitanti dell’oceano, l’isola è abitata da ragni dal morso pericolosissimo e serpenti, a detta di Dave, non letali. La nostra "stanza" non ha pareti e qualche notte fa abbiamo avuto il piacere di ricevere un ospite non gradito, un lungo serpente nero. I nostri protettori, Quasi e Locky lo hanno attaccato e, dopo un lungo combattimento, ucciso mentre noi li guardavamo immobili e terrorizzati in un angolo». 
 
Come ci si sente a poter vivere un’esperienza simile?
«Restoration Island è solo una parentesi di un viaggio in Australia iniziato un anno fa. Poter osservare e vivere una vita tanto diversa dalla nostra, come quella di Dave, ci lascia arricchiti di un’esperienza in più che mette in discussione le priorità su cui basiamo le nostre vite. Su Resto non c’è la tv, non ci sono altre persone, non c’è un bar o un supermercato. Dave ha diverse taniche che raccolgono l’acqua piovana che usa per bere, cucinare, lavare ed è importantissimo usarne il meno possibile perché durante la stagione secca a volte non piove per sei lunghi mesi. Ci siamo abituati a questo stile di vita – che non fa per tutti – molto velocemente e, come dice Dave quando viene invitato da amici e famiglia a tornare nella real life, è difficile stabilire quale vita sia più reale. Se la sua, fatta di pesca, noci di cocco e acqua piovana, o la nostra che è occupata ogni giorno da ore di Facebook e televisione. A Resto Island siamo soli e siamo in un posto in cui non succede niente a meno che non facciamo succedere qualcosa, siamo padroni della pienezza delle nostre giornate. A volte ci chiediamo come sia possibile che quest’isola sia così poco sviluppata ma è facile immaginare come le giornate di Dave si siano velocemente trasformate in anni». 
 
Quali sono le sensazioni di essere ai confini del mondo?
«Sono settimane che la nostra vita si svolge sullo stesso spicchio di sabbia e a volte non puoi non pensare che sei solo su un pezzo di terra piccolissimo nel bel mezzo di un oceano immenso. Quando cala la notte non siamo mai completamente tranquilli e ci chiediamo se Dave lo sia quando è solo. Se sentiamo il rumore di una barca ci alziamo e accendiamo le torce, se i cani abbaiano ci guardiamo preoccupati. Poi arriva l’alba e ridiamo di noi, coscienti che non c’è quasi niente di cui avere paura e che passare qualche settimana in una grande città è sicuramente molto più pericoloso».

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Restoration Island 4 di 8
Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Marzo 2014
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