Modiano: “Non rinunciamo alla terza pista”. Tra un anno nuovo MasterPlan
Il presidente di Sea ha incontrato oggi sindaci del territorio e ha chiarito: ritirato il MasterPlan a rischio bocciatura, ma non l'ipotesi di ampliamento dell'aeroporto. Orizzonte: dopo il 2020, ma ripartendo subito
«La terza pista non è mai stata in discussione». Dopo la notizia del Master Plan di Malpensa, dopo giorni di silenzio e no comment, il presidente di Sea Pietro Modiano torna a parlare dell’ampliamento dell’aeroporto. Per dire che l’attuale Master Plan – contestato su più fronti da enti locali, Regione Piemonte, Parco del Ticino, comitati – è messo da parte, ma non l’ipotesi della terza pista, né quella dell’area logistica a servizio dello scalo. L’orizzonte? «Un anno per riprendere in mano» la questione e arrivare a delineare la nuova proposta di Master Plan, attraverso un percorso più aperto – assicura Modiano – al confronto con gli enti locali. «Non più due strade parallele» (quella dell’autorizzazione ambientale e quella del confronto con il territorio), «la strada è una sola»: così Modiano ha incontrato questa mattina, giovedì 24 luglio, i sindaci dei Comuni della zona intorno a Malpensa, quelli del Cuv (il Consorzio Urbanistico Volontario) ma anche Gallarate, Comune che ha cercato di far sentire la propria voce come città di riferimento dello scalo. «Parte oggi un percorso di confronto con il territorio».
Di certo – l’ha ripetuto più volte Modiano, di fronte alla clamorosa notizia dei giorni scorsi – c’è che l’opzione della terza pista non è per nulla accantonata: una prospettiva che era nell’aria, ma che Sea ha voluto ribadire nell’arco di pochi giorni e dando un orizzonte temporale preciso. «Il ritiro del Master Plan non significa rinuncia alla terza pista»: «serve una riflessione più profonda», ma la prospettiva a lungo termine rimane, perché è fondamentale per «la capacità attrattiva dell’aeroporto», per intercettare quella crescita del traffico aereo intercontinentale valutata sul 4-5% annuo. Dunque: riparte il percorso di autorizzazione, per avere una carta in più da giocarsi anche sul piano della competizione tra gli scali. Se il MasterPlan ripartirà tra un anno, l’ipotesi terza pista è più a lungo termine, con un orizzonte oltre il 2020 («’21-’23», dice il presidente di Sea quando si chiede una ipotesi di avvio). E il polo logistico? «È uno dei temi di riflessione, di sicuro, in discussione anche al nostro interno», mentre assai meno probabile sarebbe la creazione della nuova aerostazione tra le due piste.
Se l’ipotesi terza pista e polo logistico sono ancora in campo, perché il MasterPlan del 2011 è stato ritirato? Negli ultimi dieci giorni, di fronte alla notizia, più volte è stato ricordato l’esito della "sentenza Quintavalle", che ha condannato il Ministero dei Trasporti a risarcire un privato per danno ambientale: una prospettiva che mette a rischio l’idea di espansione dell’aeroporto, se non si risolvono i nodi ambientali ancora da districare. Certo, Modiano è meno netto: parla di «significative revisioni [del Master Plan] favorevoli al territorio» che rischiavano «di essere sottovalutate» e che quindi potevano condurre dritti ad una bocciatura da parte del Ministero. Parla di un rapporto da ricostruire con i Comuni e il territorio (con un confronto regolare sulle proposte) e parla anche della necessità di una «organizzazione più scientifica» dentro l’azienda, che faccia riferimento direttamente al Comitato Esecutivo («cioè direttamente a me») e a un unico responsabile interno, Francesco Raschi, che avrà la responsabilità di mantenere i contatti con tutti gli enti coinvolti.
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