Sindrome “post polio”: al prof. Toniolo un premio internazionale

La ricerca condotta dal docente dell'Università dell'Insubria è stata premiata con 100.000 euro. È stato ipotizzato che il virus rimanga nel corpo in condizioni mutate e continui nella sua opera distruttrice

Nel corso dell’11° Congresso Internazionale sulla Poliomielite, organizzato a Saint Louis negli USA, il Prof. Antonio Toniolo dell’Università dell’Insubria e il suo gruppo di ricerca hanno ricevuto il “Premio Post-Polio Health International” del valore di 100.000 dollari. Un riconoscimento prestigioso per l’ateneo e per l’Ospedale di Circolo. 

Lo studio ha riguardato l’origine della “sindrome post polio”, una condizione clinica progressiva che si sviluppa nelle persone che sono state colpite da poliomielite paralitica, hanno recuperato  le capacità motorie almeno parzialmente ed hanno vissuto una vita attiva e quasi normale per molti anni. Dopo 30-50 anni dall’evento iniziale e un periodo di stabilità, circa la metà di questi soggetti inizia a manifestare una nuova sintomatologia caratterizzata da atrofia di gruppi muscolari precedentemente non colpiti, debolezza degli arti, stanchezza generalizzata, dolori diffusi e intolleranza al freddo. 

La sindrome post-polio tende ad essere progressiva e, nel lungo periodo, porta i soggetti colpiti a non essere più autonomi. Li rende quindi incapaci di svolgere le attività della vita quotidiana. Nei casi più gravi  si manifestano difficoltà respiratorie e difficoltà della deglutizione. Le cause di questa sindrome sono ignote e non esiste una terapia specifica. La medicina riabilitativa ha fatto grandi progressi in questo settore e i pazienti colpiti debbono impegnarsi a seguire programmi personalizzati di fisioterapia per conservare più a lungo possibile le capacità motorie residue.

La ricerca è iniziata quattro anni fa con un finanziamento della Regione Lombardia e il supporto dell’allora Direttore Generale della Sanità Dr. Carlo Lucchina. Il gruppo di microbiologi che lavora con il Prof. Toniolo ha posto la propria attenzione sulla possibilità che il virus polio resti nel corpo dopo l’evento iniziale e che si trovi in condizioni mutate rispetto ai poliovirus selvaggi. Queste forme mutate di virus potrebbero replicarsi in maniera molto lenta e continua nei tessuti nervosi e muscolari del paziente, provocando infiammazione e degenerazione cellulare che – nel lungo periodo – potrebbe portare allo sviluppo di ulteriori deficit motori che si estendono anche a gruppi muscolari precedentemente non colpiti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Luglio 2014
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