Le Arti festeggiano il centesimo cineforum
Da 50 e più anni la sala di via don Minzoni presenta film con commento: dalla prima proiezione di "Le mani sulla città" al cineforum in lingua inglese di oggi, un riferimento culturale
Il cineforum del Cinema delle Arti festeggia la sua centesima edizione: 50 anni di storia, per un appuntamento che – nelle serate di autunno e inverno – ha costituito una vera occasione di riferimento per la cultura gallaratese, per la città ma anche dei dintorni. Momento di svago, ma anche di approfondimento e confronto, con una scelta di film attenta, stimolante. Per generazioni di gallaratesi (e non solo) è stata esperienza comune ritrovarsi di anno in anno davanti al cinema, sotto agli alberi di via don Minzoni, quando inizia l’autunno.
Nell’origine, il cineforum nella sala di via Don Minzoni è una esperienza che, nel tempo, ha anticipato quella forse ancor più nota del teatro: «Il cineforum era iniziato a Gallarate con la FUCI (Federazione Universitari Cattolici, ndr) nel 1962, per iniziativa di un gruppo di giovani tra cui c’erano Carlo Bonicalzi, Lella Olgiati, l’architetto Maffiolini, per citare alcuni dei promotori» ricorda don Alberto Dell’Orto, arrivato a Gallarate proprio negli anni in cui il Delle Arti muoveva i suoi primi passi. «Il cineforum delle Arti, invece iniziò ufficialmente l’8 gennaio del 1964. Si iniziò con la proiezione di "Le Mani sulla Città" di Francesco Rosi». Un titolo certo non scontato, quello dedicato alla speculazione edilizia che – con la copertura della politica – stava cambiando il volto delle città d’Italia: un debutto che dà un po’ la misura di quanto quell’esperienza sia stata fin dalle origini avanzata e provocante, considerando anche che si parlava di una "sala della comunità", un cinema parrocchiale. «C’è sempre stata una scelta attenta, aperta alla produzione più significativa, sia italiana che mondiale: 8 e mezzo di Fellini, I fidanzati di Ermanno Olmi, l’Eclissi di Michelangelo Antonioni e ancora Mon Oncle di Jacques Tati sono i titoli che mi vengono in mente nei primi anni» ricorda ancora don Alberto.
Da allora, ogni anno le Arti hanno proposto il cineforum, con i film rigorosamente introdotti e poi commentati, fino ad arrivare ai giorni nostri. Da sala di qualità della città, ai tempi in cui di cinema in centro ce n’era più d’uno, le Arti si sono ritrovate pressoché unico cinema cittadino (dopo la chiusura del Condominio nel 1996, ultimi film Il Ciclone e Apollo 11) e poi ancora a interpretare il ruolo di sala d’essai e luogo di dibattito. Per molti ormai il cineforum delle Arti si identifica con la voce ruvida del critico cinematografico Angelo Croci: il richiamo «dai, che cominciamo» è ormai celebre tra gli spettatori più o meno affezionati. «La partecipazione è sempre molto ampia rispetto ad altri cineforum, spesso ci sono più di 300 persone» dice Croci. «È cambiata la fisionomia, ci sono meno giovani, io credo anche perché per anni don Alberto insegnando al liceo classico ha contribuito a portare molti studenti». Come spesso si ripete nel caso del teatro (citando di solito la presenza di Dario Fo), anche il cineforum ha vissuto una grande libertà di proposta, dentro a quella che comunque rimane una sala legata al mondo cattolico: «Mai avuto alcuna censura, non ci sono mai state ingerenze» conferma Croci. La programmazione è stata a volte anche audace: «Abbiamo proiettato Heimat di Reitz, un film di 14 ore, o ancora i film di Greenaway. In ogni ciclo abbiamo sempre cercato di infilare due o tre titoli stravaganti, sperimentali, spesso anche con la presenza del regista».
Nonostante i grandi cambiamenti nella distribuzione cinematografica, nonostante le multisala, il pubblico continua a dimostrare fedeltà alla proposta delle Arti, anche secondo Angelo Croci: «Gallarate una zona vivace, più vivace di Varese, che trovo più pigra, un tempo c’erano molti cineforum ma oggi è rimasto solo Giulio Rossini». Il "miracolo" del cineforum trova nuove forme anche oggi: se da sempre le due edizioni annuali sono affiancate anche da cicli a tema, tra le novità più recenti c’è anche quella del cineforum in inglese, che quest’anno propone un ciclo di quattro film (tre recenti e uno, il Romeo+Juliet di Baz Luhrmann, del 1996) scelti anche per la qualità dell’inglese. Tra le particolarità, quella di offrire anche «introduzione e commento in inglese, con il professor Alberto Gelmi» spiega Cristina Boracchi, che per anni ha condotto la serata del venerdì e oggi è punto di riferimento per il volontariato culturale, che dentro all’esperienza più ampia del Teatro delle Arti offre competenze, tempo e pensiero per offrire occasioni preziose alla zona del Gallaratese.
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