Mutazioni genetiche: così i tumori diventano ereditari

Nell'ambulatorio di genetica diretto dal professor Sessa si studiano i tumori ereditari. Sono una percentuale piccola e riguardano quelli ovarici, del colon/retto, della mammella e i melanomi

I tumori sono ereditari? È su questa domanda che alcuni ricercatori stanno concentrando i propri studi. 

« Stiamo parlando soprattutto dei tumori che chiamiamo “ereditari” e che si differenziano da quelli “sporadici” – chiarisce il professor Fausto Sessa, primario della Unità di Anatomia Patologica all’Ospedale di Circolo a Varese – Di solito, si tratta di tumori che insorgono anche 10/20 anni prima rispetto ai tumori sporadici. Colpiscono, quindi, pazienti in giovane età».

Dopo il caso della doppia mastectomia di Angiolina Jolie, si è molto parlato della famigliarità del tumore alla mammella: « Il tumore della mammella ereditario è associato alla mutazioni del gene BRCA1 o del gene BRCA2. Queste mutazioni predispongono per un elevato rischio di sviluppare tumori mammari e/o ovarici nell’arco della vita. Non si nasce quindi con il tumore della mammella o dell’ovaio ma si eredita una predisposizione quindi un aumentato rischio di averlo durante tutta la vita. La disponibilità , nella pratica clinica , dei test genetici dei geni BRCA1 e BRCA2 ci permette di lavorare sulla prevenzione. La scoperta di una mutazione genetica in una paziente con tumore della mammella consente di proporre un’indagine genetica anche ai suoi parenti e identificare quindi tra i parenti chi ha ereditato la mutazione e quindi ha un elevato rischio di ammalarsi di tumori mammari e/o ovarici. Ai parenti con la mutazione genetica vengono proposti percorsi di prevenzione adeguati per cercare di abbassare il loro rischio e di identificare , per quanto possibile, il tumore il più precocemente possibile».

Non tutte le pazienti con tumore della mammella hanno indicazione a fare il test genetico. E’ il genetista che durante un colloquio dedicato (Consulenza Genetica Oncologica) propone il test se la storia famigliare ha specifici requisiti. In questi casi sia la Consulenza Genetica Oncologica che il test genetico sono a carico del servizio Sanitario Nazionale. ( nella foto il professor Sessa)

Comunque non dimentichiamoci che la maggior parte dei tumori della mammella sono di origine sporadica. Solo il 10-20% fa parte dei casi famigliari e solo la metà di questi possiamo dire con certezza che ha un’origine ereditaria in quanto se ne conosce la mutazione genetica responsabile.

Il settore è molto vasto ed anche le mutazioni genetiche presentano un numero elevatissimo di varianti: per questo ci sono in corso gli studi condotti da un consorzio europeo di ricercatori (CIMBA) che collabora e confronta casi e risultati. 
I tumori mammari, ovarici e del colon/retto sono i tumori più frequentemente coinvolti nell’ereditarietà , parliamo del 10% dei casi in cui si identifica una mutazione genetica.

Da circa un anno e mezzo, nel laboratorio diretto dal Professor Sessa si effettuano indagini anche per il melanoma di tipo ereditario: « Il settore è meno conosciuto rispetto alla carcinoma della mammella e del colon. Comunque, fino a oggi, abbiamo individuato 18 casi di mutazione». Anche in questi casi il genetista , in stretta collaborazione con il dermatologo propone il test genetico adeguato solo se ci sono specifici criteri nella famiglia del paziente affetto da melanoma.

Ma la genetica aiuta anche nella caratterizzazione dei tumori sporadici: «Oggi il nostro reparto ha in dotazione uno strumento ad elevata tecnologia che sfrutta la spettrometria di massa con il quale siamo in grado di individuare contemporaneamente numerose mutazioni che caratterizzano il tumore e che servono all’oncologo per decidere le “terapie personalizzate”. I tumori che oggi si possono caratterizzare per le scelte terapeutiche sono i tumori del colon , del polmone e il melanoma». Oltre alle consulenze, infatti, nei laboratori diretti dal professor Sessa si lavora molto di concerto con gli oncologi nell’individuazione della terapia personalizzata: « Oggi, il nostro apporto è prezioso per tarare la cura personalizzata. L’individuazione esatta del tipo di tumore è fondamentale per scegliere i farmaci da somministrare. Facciamo l’esempio del melanoma: se dovessimo individuare la mutazione BRAF, sarebbe assolutamente controproducente somministrare un certo farmaco mentre si otterrebbero benefici con la prescrizione di un altro medicinale. La conoscenza del profilo molecolare del tumore, quindi, permette di non sprecare risorse e di evitare al paziente terapie che non sarebbero appropriate».

Il nuovo sistema di analisi di mutazione somatica (Sistema Sequenom) sfrutta la spettrometria di massa e fornisce quindi un numero più ampio di mutazioni. Ciò consente di individuare altri geni e mutazioni aggiuntive (per esempio nel carcinoma del polmone quella responsabile della resistenza ad un farmaco). Il contributo di questi ricercatori è fondamentale nell’individuazione del protocollo terapeutico adatto al paziente: « Ciò avviene per la maggior parte dei casi tumorali, anche per quelli ematologici solidi ad esempio i linfomi . Il nostro, quindi, è un carico di lavoro estremamente impegnativo e delicato che richiede una grande attenzione». 

Attenzione ma anche professionalità che hanno sempre caratterizzato l’Anatomia Patologica varesina. Una vera perla per il territorio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Ottobre 2014
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