Dopo 8 anni, via alla costruzione delle villette sulla collina di Crenna
L'intervento era stato autorizzato nel 2007, appena a fianco di piazza Repubblica, all'inizio della discesa verso viale dei Tigli: era uno dei tanti progetti "latenti", dopo anni sono arrivate le ruspe
Si apre un cantiere in cima alla collina di Crenna, proprio a ridosso della piazza, “affacciato” sulla ripida costa da cui risale il viale alberato. Un intervento autorizzato tanto tempo fa, che pochi pensavano di veder un giorno i lavori: così tra i residenti di Crenna non è mancata una dose di stupore, per quelle reti arancioni comparse in cima a via Nascimbene.
Di che cosa si tratta? «Si tratta di un Piano Recupero, autorizzato con delibera della giunta comunale 1 ottobre 2007» spiega oggi l’assessore all’urbanistica Giovanni Pignataro. Un intervento di tre ville che, autorizzato otto anni fa dalla giunta Mucci 2 ancora quasi agli esordi, è stato reso “operativo” – per così dire – «con un permesso di costruire rilasciato nel 2013» (il permesso di costruire è l’ultimo passaggio, che deve essere chiesto dal costruttore entro 10 anni e ha poi valore per 10 anni, più 3 autorizzati di recente dal governo Renzi). Un atto dovuto? «L’ufficio ha chiesto una perizia idraulica e il proponente ha in parte modificato il progetto», per venire incontro ai rilievi fatti. Ma il diritto di costruire rimaneva.
Il progetto affacciato sulla collina era stato molto criticato da più parti, non era possibile cambiare strada? «Mentre sulla 336 a Madonna in Campagna si poteva intervenire e interveniamo eliminando le previsioni di edificazione, in questo caso siamo di fronte ad un diritto acquisito che non si può toccare» continua Pignataro «se non risarcendo centinaia di migliaia di euro. Di quell’intervento risponda chi ha autorizzato quell’intervento». Tra le voci più critiche c’erano state quelle di Rifondazione, ma anche quella dell’attuale assessore Danilo Barban (allora nelle file della Margherita) e del leghista Matteo Ciampoli. «La città e Crenna – commenta Ciampoli – subiscono l’ennesima ferita, risalente a quegli anni: fa il paio con l’intervento di via Monte San Martino, approvato nello stesso periodo» (Ciampoli avrebbe voluto però più fermezza dall’attuale amministrazione).
Ma il caso di Crenna, va notato, non è l’unico approvato negli anni scorsi e rimasto “congelato” in attesa del momento opportuno. È in queste condizioni, per esempio, l’area Cantoni, tra ospedale e stazione: l’isolato è stato abbattuto ma il permesso di costruire è valido ancora per anni. Altre zone edificabili da anni sono in via Mastalli-via Puglia e in via Fabio Filzi-viaCappellini, tra Arnate e Madonna in Campagna, in via Cappuccini.
In totale i progetti autorizzati tra 2005 e 2011 è di 245mila metri cubi di cemento autorizzati, negli ultimi in parte realizzati e in parte ancora in attesa (e quello di Crenna “vale” solo 1134 mc). Una grande disponibilità di nuove case che appunto ha spinto ora l’amministrazione comunale a fare una scelta drastica con la Variante al Pgt, “tagliando” la possibilità di espansione su terreni non edificati, a partire dalla zona Sud. Sulla Variante Ciampoli apprezza la riduzione dell’edificazione ma critica i tempi lunghi: «Il loro mandato finisce tra un anno, arrivano dopo quattro anni e mezzo senza Variante approvata: doveva avere una maggiore priorità»
Leggi anche: la Variante “taglia” 600mila metri quadri di cemento
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