Un piccolo mondo in centro città, “focolare” per anziani e giovani

Nella villa del Comune l'innovativo progetto Synergy del Melo Onlus di residenzialità leggera per anziani

Cardano al Campo

Una grande villa in pieno centro città. Un cortile interno su cui affacciano gli appartamenti, il (futuro) bar, il parco. Gli anziani – chi ancora in coppia chi no – che vivono nei loro bilocali e gli altri, quelli hanno bisogno di un sostegno in più, alloggiati in “case famiglia” con spazi in comune. Famiglie giovani con bambini che giocano nel cortile comune. E’ la piccola comunità, o la grande famiglia, che sta crescendo piano piano a Cardano al Campo nella Casa Paolo VI.

Un progetto, quello di questa struttura pubblica, nato molti anni fa e portato avanti da diverse amministrazioni, non ultima quella guidata da Laura Prati. Fu proprio lei a inaugurare la villa pochi giorni prima dei tragici fatti di due anni fa.
Dopo non poche difficoltà la struttura sta finalmente prendendo vita grazie anche a un progetto innovativo nel panorama nazionale: Synergy-Una casa per la vita. A portarlo avanti è il Melo Onlus di Gallarate che ha vinto il bando del Comune. «E’ una vera e propria rivoluzione culturale – racconta il dottor Marco Predazzi presidente della Fondazione il Melo Onlus – che in Italia e in Lombardia arriva più tardi rispetto al resto d’Europa. Da noi l’assistenza agli anziani è principalmente legata alle Rsa (residenze sanitario assistenziali), mentre il ricovero dovrebbe essere limitato ai casi più gravi. La “residenzialità leggera“, come quella della realtà cardanese, è invece a metà fra la vita in casa e quella in una Rsa».

Ma non è solo una questione culturale quella che sta dietro questo passaggio: il risvolto economico c’è e pesa molto. «Un ricovero in Rsa costa circa 130 al giorno, di cui circa 70 in carico alla famiglia e 50 alla Regione Lombardia – continua Predazzi -: un modello non più sostenibile in un paese secondo solo al Giappone per l’età media della popolazione. La residenzialità leggera costa quasi la metà».
L’idea di Synergy è nata nel 2001 e nel 2002 c’è stato l’accordo di programma con la Provincia di Varese e dodici comuni interessanti. «Il progetto ha precorso i tempi – spiega Predazzi – e alla fine è partito nel 2014 proprio quando Regione Lombardia ha deciso finalmente di mettersi a pari con l’Europa e ha sdoganato la residenzialità leggera».

In pratica, la Casa Paolo VI ha 28 appartamenti. Sedici sono di edilizia residenziale popolare (la consegna dei primi nove) e di questi due sono assegnati a famiglie numerose. Gli altri sono bilocali assegnati ad anziani autosufficienti. Tutte le abitazioni sono però dotate di sensori ambientali in modo che l’operatore Oss (operatore socio sanitario) possa avere sempre sotto controllo la situazione e monitorare eventuali problemi, come la caduta di una persona in casa. Queste persone possono utilizzare il citofono 24 ore su 24 per chiedere assistenza e hanno dei servizi “on demand”, come la consegna dei pasti. Al piano terra ci sono servizi di animazione. «Una situazione quindi in cui agli anziani è garantita la sicurezza e contemporaneamente la possibilità di condurre una vita indipendente».

Negli altri dodici alloggi sono stati realizzati tre “cantou” (termine francese che letteralmente significa focolare), ovvero tre grandi appartamenti che possono accogliere sette persone con una grande cucina, tre bagni e due sale comuni (la camera doppia ha un costo di 63 euro). Qui c’è un operatore Oss 24 ore su 24. In queste “case famiglia” gli anziani compiono tutte le normali attività di vita quotidiana cucinando ad esempio tutti insieme con ovviamente un supporto continuativo.
L’altro elemento innovativo è che a questi tre cantou e ai loro abitanti sono affiancate le famiglie caregiver, ovvero nuclei familiari in cui uno dei due adulti è stato formato e poi contrattualizzato per svolgere a sua volta un’attività di supporto all’assistenza agli anziani. «Questa persona lavora su turni e affianca l’Oss nell’assistenza».

Ma non è solo questa coabitazione fra persone anziane e giovani famiglie a fare di Synergy e della casa Paolo VI una realtà praticamente unica nel suo genere. La struttura infatti è collocata nella piazza centrale di Cardano, di fronte al Comune, accanto alla chiesa ed è direttamente collegata al Parco Usuelli (anch’esso compreso nel bando di gestione del Melo). «La Casa Paolo VI e tutti i suoi spazi sono della città – sottolinea Predazzi -: tutto il progetto si basa sull’idea di creare una forte interattività con il territorio e la comunità». Oltre agli appartamenti e al parco, ci sarà un bar pasticceria gestito da “Ore 7” che offrirà anche prodotto ideati dal noto chef Ilario Vinciguerra (dovrebbe aprire dopo Pasqua); un’agenzia sociale che fungerà da segreteria e info point; la sala polivalente in cui dall’autunno verranno organizzate attività socio culturali quotidiane Cardano aperte a tutta la cittadinanza; infine nel cortile interno verrà realizzato un polo di servizi sanitari (con l’infermeria di quartiere e l’assistenza domiciliare integrata) e una palestra riabilitativa.

Dopo circa dodici mesi di rodaggio, sarà quindi l’autunno di quest’anno il momento in cui tutti gli ingranaggi di questa comunità dovrebbero ormai essersi incastrati e funzionare in tutte le diverse parti. Al momento le famiglie caregiver sono state scelte (la concessione è decennale) e ci sono ancora posti disponibili nei cantou per persone anziane. Tutte le informazioni si possono trovare sul sito, sulla pagina Facebook e al numero 3454670467.

Valeria Vercelloni
valeria.vercelloni@varesenews.it
Pubblicato il 13 Marzo 2015
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