Autonomia regionale, il consiglio provinciale “cancella” il referendum
Votata dall'assemblea la mozione di Lega e Liberi per la provincia, ma passa all'unanimità l'emendamento della maggioranza che chiede di togliere il riferimento alla consultazione. Bertocchi: «Sconfessata la linea di Maroni»
Discussione giovedì sera in Consiglio provinciale sulla mozione sul “Referendum per l’autonomia regionale” presentata dai capigruppo di Lega Nord e Liberi per la provincia. La mozione chiedeva al Consiglio provinciale di “impegnarsi a sostenere con ogni mezzo e strumento il referendum consultivo sulla specialità regionale voluto dal Presidente Maroni” e in generale “di incoraggiare un dibattito sui benefici dell’autonomia”.
«Per quale ragione ricorrere a un referendum? – ha spiegato il legista Giuseppe Longhini -. Semplicemente perché un grande maestro, Gianfranco Miglio, ce l’ha spiegato con poche righe: con il consenso della gente si può far di tutto, cambiare governo, sostituire la bandiera, unirsi a un altro paese, formarne uno nuovo; con il consenso della gente questo qualcosa che si possono fare, il consenso della gente il motore di ogni cambiamento. Allora, sicuramente affondare la legittimità, la penetrazione, l’incisività di questa proposta sul consenso della gente consente di avere una prospettiva di successo maggiore».
Durante la discussione è stato però approvato all’unanimità un emendamento sostenuto dalla maggioranza (gruppi “Civici e Democratici” e “Insieme per una provincia civica”) che chiedeva ai proponenti di cancellare ogni riferimento al referendum voluto da Maroni per “favorire invece la via della trattativa tra Stato e Regione“. A questo punto la mozione è quindi passata con i voti favorevoli di Lega, Forza Italia, Insieme per una provincia civica, mentre “Civici e Democratici” si è astenuto.
«Con questa votazione la Lega Nord e Forza Italia in Provincia di Varese sconfessano la linea del presidente Maroni – commenta il capogruppo dei Civici e Democratici Paolo Bertocchi -. Piuttosto che fare spendere ai lombardi 30 milioni di euro, per un inutile referendum consultivo, è giusto che Regione Lombardia percorra prima la strada della trattativa diretta con il Governo, anche alla luce della disponibilità dichiarata ufficialmente dal sottosegretario Bressa. Il voto in consiglio provinciale ha del clamoroso. Proprio da Varese esce la linea da tempo sostenuta dal Partito Democratico e da altre forze in Regione».
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