I Macchiaioli e la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti
Viaggio all'interno della più importante collezione di dipinti macchiaioli al mondo
La Galleria d’Arte Moderna di Firenze, oramai da novant’anni ospitata al piano più alto di Palazzo Pitti, è il museo che accoglie la più importante collezione di dipinti macchiaioli al mondo; ciò non sorprende se si considera che gli ‘scapigliati’ del Caffè Michelangelo, lì riunitisi fin dal 1850 per polemizzare contro l’arte d’accademia, erano tutti pittori toscani. L’idea della GAM di Firenze è tuttavia nata proprio in quegli anni ed in quell’ambiente.
Come spesso accade, non solo in ambito artistico, tutto ciò che è nuovo e brillante, ma non compreso, viene ricoperto di ridicolo; a Firenze il ‘nuovo’ nella seconda metà dell’Ottocento fu la ‘macchia’, cioè la tendenza a dipingere utilizzando le macchie di colore. A partire dal 1861 il termine assunse un valore spregiativo per indicare i paesaggi approssimativi degli artisti di bassa lega, ma con il passare degli anni il movimento dei Macchiaioli prese piede e, pur piccolo e di breve durata, finì per influenzare e contribuire al rinnovamento del movimento artistico italiano. Nei primi anni Settanta dell’Ottocento la pittura macchiaiola era già pressoché estinta, ma aveva lasciato un segno indelebile.
Assiduo frequentatore del Caffè fu anche il critico Diego Martelli, grande sponsor del movimento, il quale nel 1896 sollecitò una donazione ai musei fiorentini, sollevando in questo modo il problema di una collocazione per opere che per tendenza costituivano un elemento di rottura rispetto alla tradizione pittorica e scultorea finora espressa.
Il seme diede frutto nel 1913 quando alla Galleria dell’Accademia venne inaugurata una prima sezione di Arte Moderna, poi interamente confluita, nel 1924, nella sede attuale di Palazzo Pitti.
La collezione della GAM di Firenze si è poi successivamente arricchita con autori ed opere di diversa estrazione artistica e provenienza. Nel 2015 tra gli autori di grande spicco si segnalano Antonio Ciseri, Giuseppe Bezzuoli ed Elisabeth Chaplin.
Mentre l’originaria matrice macchiaiola è rappresentata soprattutto dal modiglianese Silvestro Lega, del quale si segnala lo splendido dipinto in piccolo formato “Lo studio del pittore”. Tra gli artisti del Caffè Michelangelo alla GAM ci sono ancora Cristiano Banti con “Le guardianelle”, Giovanni Fattori, Giuseppe Abbati con il piccolo ma splendido “L’Orazione”, Odoardo Borrani con “Il dispaccio del 9 gennaio 1878”, Telemaco Signorini, e Adriano Cecioni soprattutto con la meravigliosa scultura in marmo “Incontro per le scale”, che spiega da sola cos’è l’Arte Moderna.
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