Prevenzione del tumore al seno: Varese è un modello
Regione Lombardia sollecita le linee guida per l’implementazione della rete regionale lombarda dei Centri di Senologia. La consigliera Brianza:"Per il cancro ereditario l'obiettivo è l'esenzione del ticket"
Regione Lombardia sollecita le linee guida per l’implementazione della rete regionale lombarda dei Centri di Senologia. La consigliera Brianza:”Per il cancro ereditario l’obiettivo è l’esenzione del ticket”
Protocolli scientifici di altissimo livello nella lotta contro il tumore al seno, con l’estensione su tutto il territorio regionale del progetto R.A.L. (Rete Alti Rischi), avviato dall’Asl di Varese e finalizzato alla prevenzione del cancro ereditario al seno e all’ovaio, attraverso diagnosi dei carcinomi geneticamente trasmessi. Con l’obiettivo finale dell’esenzione dal ticket.
Questi i contenuti della risoluzione approvata in Consiglio Regionale che chiede lo sforzo di promuovere e diffondere programmi di prevenzione, sollecitando le Asl a costituire le “Breast Units”, ossia centri di senologia specializzati nella diagnosi e cura del tumore mammario sul “modello Varese”.
In pratica, si vuole estendere i protocolli di prevenzione approvati dalla comunità scientifica internazionale all’interno di centri specializzati in grado di eseguire screening personalizzati.
A sostenere tale risoluzione anche la consigliera varesina della Lega Nord Francesca Brianza, prima firmataria della mozione sul progetto R.A.L., realizzato dal Dipartimento oncologico della provincia di Varese, diretto dalla dottoressa Graziella Pinotti, in collaborazione con l’ASL e con tutte le associazioni di Volontariato oncologico.
Tutto parte da una constatazione scientifica, ovvero, che il tumore al seno colpisce una donna su otto nell’arco della vita ed è la prima causa di mortalità per tumore nel sesso femminile.
Il 5 per cento di questi tumori è ereditario, dovuto cioè ad alterazioni di geni che si sviluppa in famiglie ad alto rischio, ad esempio con almeno due casi di cancro mammario precoce.
In questo caso, per una donna che risultasse portatrice di mutazione, il rischio di sviluppare il tumore al seno nell’arco della vita può arrivare anche all’80 per cento. Mentre esiste un rischio del 20-40% per il cancro dell’ovaio.
«La provincia di Varese è tra le zone d’Italia con la più alta incidenza di carcinomi mammari – spiega la consigliera Francesca Brianza -. Circa 800 donne si ammalano ogni anno sul nostro territorio e circa 6 casi su 100 sono ereditari, dovuti cioè a una predisposizione genetica. Ma la ricerca ha fatto passi avanti nell’ambito della prevenzione primaria a tal punto che, attraverso un prelievo di sangue, è possibile attestare se una donna è portatrice di un gene modificato che la candida ad avere più dell’85% di probabilità di sviluppare il tumore della mammella e dell’ovaio ereditario».
Insomma, i test genetici sono in grado di identificare le pazienti ad alto rischio e vincere la malattia “giocando d’anticipo”. E il progetto R.A.L. prevede proprio per la donna a rischio e alla sua famiglia uno screening personalizzato con interventi mirati quali diagnosi genetica, mammografia, risonanza magnetica, chirurgia esplorativa e profilattica.
«All’interno delle nuove unità scientifiche abbiamo chiesto di applicare la nostra proposta già approvata a metà del 2013 che chiedeva l’estensione su tutto il territorio regionale del progetto R.A.L. – conclude Francesca Brianza -. Nonostante le portatrici di mutazioni del gene abbiano un elevato rischio, sono costrette a pagare ogni anno, per i controlli, cifre che possono superare i 500 euro. Per questo motivo l’obiettivo è duplice: estendere il progetto RAL in tutto il territorio Lombardo e abolire del ticket sanitario per gli esami riguardanti la prevenzione per il target di donne individuate tramite lo screening genetico. Spero che finanziariamente possa diventare sostenibile, in quanto la percentuale non eccessiva non comporterebbe un esborso proibitivo».
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