Tutti in piedi a cantar con De Gregori
Un concerto che resterà nei ricordi con il teatro Apollonio pieno fino all'ultimo posto e una serata di ottima musica con una band di primissimo livello
Capita raramente di avere un artista a Varese in due diverse versioni. Con Francesco De Gregori è successo e in entrambi le situazioni il pubblico è andato a casa con il sorriso sulle labbra e l’entusiasmo di chi c’è stato e si ricorderà di quell’incontro.
Il Principe ha scaldato per due ore filate l’Apollonio fino a terminare il concerto con tutto il pubblico davanti al palco in piedi. Entusiasmo alle stelle e applausi a scena aperta per un musicista che sembra entrato in una fase magica della propria carriera.
Francesco De Gregori padroneggia il palco e si diverte. Mescola canzoni note ad altre considerate minori, ma rivisitate e riarrangiate con nuovi ritmi e tonalità. Quando sono da poco passate le nove di sera attacca con Ti leggo nel pensiero, per passare a Il canto delle sirene e poi Viva l’Italia.
Il pubblico capisce subito che questo concerto è un’altra cosa rispetto al De Gregori visto fin qui. VivaVoce tour ha sul palco una band di grandissimo spessore. Chitarre, organo Hammond, fiati, seconde voci accompagnano il Principe all’unisono. “Il padrone del circo è lui” dice rivolgendosi a Guido Guglielminetti. Il bassista tiene la scena dall’inizio alla fine saltando solo un paio di pezzi in acustica. Alla batteria c’è Stefano Parenti, alle chitarre Lucio Bardi, alle tastiere Alessandro Arianti, alle chitarre e padal steel guitar Alex Valle, al violino Elena Cirillo, al trombone Giorgio Tebaldi, alla tromba Giancarlo Romani e al sax Stefano Ribeca.
Quanto De Gregori sia in forma lo si avverte dall’inizio alla fine del concerto. Giacca nera e cappello calato in testa, il principe è apparso a suo agio sul palco. Non parla, ma si muove molto e accenna anche a ballare in più occasioni. Solo verso la metà della scaletta si ferma, guarda la sala e inizia a scherzare. Fino ad allora protagonista, insieme alla sua musica è l’armonica e la sua voce sempre più calda. «Una cosa che spesso si dice di me è che non amo quando la gente canta le mie canzoni. Beh, non è vero, quindi questa vi invito a cantarla. Ma attenzione a non sbagliare l’intonazione e state attenti perché c’è perfino un cambio di tono» prima di attaccare con Buonanotte Fiorellino.
La scaletta del concerto segue molto quella del disco doppio uscito da qualche mese. Il pubblico apprezza, e se una volta si vedevano gli accendini che seguivano la melodia delle canzoni, oggi sono gli smartphone a testimoniare l’emozione delle persone in sala. Si riconoscono anche da lontano i telefoni che seguono band e artista per registrare i brani preferiti.
Il concerto si chiude con i classici bis, ma anche in questo De Gregori fa uno strappo concedendo due diversi momenti. Il primo bis comprende quattro sue grandi canzoni da Alice alla Donna cannone. Poi, quando sembra potersi chiudere lì, il Principe torna davanti al pubblico e a sorpresa intona A chi. Gioca con il ritmo e omaggia Fausto Leali come aveva già fatto in precedenza con il suo grande amico Lucio Dalla aprendo e chiudendo un pezzo accennando a Come è profondo il mare, una delle canzone più amate da De Gregori del grande artista scomparso.
Il concerto si chiude con Buonanotte fiorellino completamente rivista in omaggio a Bob Dylan, altro grande mito dell’artista romano. Una serata che resterà nella storia dei concerti varesini grazie a un musicista che ha saputo rivedere la propria storia e le proprie canzoni. “Sono solo un cantante, – aveva detto pochi giorni fa ricevendo un riconoscimento alla carriera dal Premio Chiara – e non è poco”. L’ha dimostrato davanti a 1.200 persone mandandole a casa con il gusto di aver sentito davvero della gran bella musica.
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