Cento case abbattute, altre cento da abbattere: la Regione canta vittoria sulle “aree delocalizzate”
Sono le abitazioni acquisite dalla Regione perchè considerate inabitabili a causa del rumore. L'operazione di demolizione va avanti, in attesa di capire cosa si farà dei terreni
Smettendo i panni da assessore regionali, Viviana Beccalossi strizza l’occhio alle parole d’ordine di Matteo Salvini, per parlare delle “aree delocalizzate” di Malpensa. «Con una battuta legata alla stretta attualita’, si potrebbe dire che in Lombardia le ruspe sono entrate in azione e hanno svolto il loro compito». Secondo la Regione la prima fase di demolizioni delle “case fantasma” è “terminata nei tempi previsti”: 100 case e altri edifici – dichiarati inabitabili a causa del rumore – sono stati abbattuti dall’inverno scorso, tra Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo (foto: Lonate Pozzolo, febbraio 2015, dalla pagina Facebook Lonatesi).
Mentre Malpensa langue, la Regione prova a trasformare in una carta vincente le “case delocalizzate”, uno degli emblemi di una programmazione del territorio che per troppi anni è stata rinviata o si è rivelata semplicemente inadatta: migliaia di metri cubi di edifici inutilizzati, inutilizzabili per la residenza, lasciati marcire mentre intorno crescevano nuove aree residenziali e capannoni industriali. Ora – a cinque mesi dall’avvio delle demolizioni – la Regione almeno sulla partita delle case delocalizzate può cantar vittoria: «I lavori – ha proseguito Viviana Beccalossi nel corso dell’incontro del Comitato Malpensa – sono iniziati grazie a 4 milioni di euro garantiti dalla Regione e grazie all’efficienza di tutti i soggetti coinvolti. In poco piu’ di un anno siamo riusciti a risolvere un problema che si trascinava da troppo tempo, mettendo la parola fine agli evidenti disagi per la popolazione e a problemi di sicurezza e ordine pubblico» (le case erano spesso occupate da senzatetto, anche italiani, alcuni legati all’abusivismo a Malpensa).
La prima fase di demolizione ha portato all’abbattimento di 46 immobili a Somma Lombardo, 40 a Lonate Pozzolo e 14 a Ferno. «Da oggi – conclude Viviana Beccalossi – si apre la ‘fase due’, che ci vedra’ attuare le stesse procedure per demolire circa altri 100 immobili, con uno stanziamento, anche in questo caso, stimato in 4 milioni di euro. Dalle prossime settimane saremo al lavoro per avviare gli iter amministrativi e progettuali, dandoci come nuovo obiettivo il completamento degli abbattimenti per il 2016». E poi si aprirà il capitolo della progettazione delle aree: che fare con quei terreni riportati a prato? In parte saranno ri-edificati, ma per ora non ci sono orizzonti certi.
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