Stop alle edificazioni, la zona Sud di Gallarate torna area verde e agricola
Approvata nella notte la Variante al piano regolatore in vigore dal 2011, che prevede un intervento drastico di riduzione dell'edificabilità sull'area verso Busto. Scontro acceso tra maggioranza e opposizione:
La grande area a Sud di Gallarate, verso Busto Arsizio, dopo 25 anni ritorna area verde e agricola, con la cancellazione delle previsioni di edificazioni. È la scelta centrale della Variante al Piano di Governo del Territorio approvata definitivamente nella notte tra giovedì 4 e venerdì 5 giugno: una lunga seduta, su cui si è acceso anche lo scontro tra la maggioranza e l’opposizione, che denuncia il rischio di ricorsi che possano danneggiare la città in futuro.
Scontro sulla variante in generale, ma a partire soprattutto dal destino di quella grande area tra Madonna in Campagna, Busto e Verghera di Samarate che da 35 anni è al centro di grandi speranze (per alcuni) e di certo anche di grandi polemiche. Per la maggioranza è la scelta qualificante, che guiderà la crescita della città verso il recupero di aree dismesse («da aree degradate possono diventare aree di sviluppo», ha sottolineato Franca Cattaneo di Città è Vita). Massimo Bossi (Forza Italia) ha parlato invece di una «opzione zero farlocca insita nella variante», che «riaprirà contenziosi per altri tre lustri». Bossi e il capogruppo della Lega Paolo Bonicalzi hanno accusato il sindaco Edoardo Guenzani di aver autorizzato una «colata di cemento», quand’era assessore all’urbanistica a inizio anni Novanta. Forza Italia ha esposto anche un cartello per ricordare il “Premio Attila” che fu attribuito a Guenzani, quando era assessore.
E il sindaco? «Non disconosco scelte fatte allora collegialmente all’interno di una coalizione più ampia» ha esordito Guenzani nella sua replica, rivendicando la scelta di allora come una mossa per tenere il destino di quei terreni sotto la competenza comunale. «Valgono i fatti: da allora quella zona è rimasta verde, nessuno ha costruito nulla su quelle aree». Sul gruppo di osservazioni legate alle Aree 336 Lega Nord e Forza Italia non hanno partecipato al voto («dobbiamo togliervi le castagne dal fuoco? Non ci stiamo», ha detto il capogruppo del Carroccio Bonicalzi), solo Donato Lozito (Ncd) è rimasto in aula a esprimere una posizione critica.
L’assessore Pignataro ha ricordato anche altri punti centrali della Variante: sulle attività produttive, il mantenimento dell’Ambito I02 («un contenitore molto vasto, su cui non c’è stata mai nessuna richiesta in 4 anni di nuovo insediamento»), l’inserimento dell’ipotesi di un riuso della grande area militare dell’Aeronautica (nell’ipotesi che venga sdemanializzata) e unfine «una politica per favorire la permanenza, ovviamente se compatibile, degli insediamenti esistenti nel tessuto urbano» (le fabbriche storiche ancora attive dentro la città, che non sono poche; Forza Italia preferiva invece il trasferimento in nuove aree industriali). Altro punto, la politica per la casa: Pignataro ha ricordato la scarsa attrattività della città verso le giovani famiglie, alle prese a Gallarate con affitti troppo alti o con strutture insufficenti. «Gallarate rischia di diventare città per anziani e per stranieri, non possiamo perdere la generazione giovane, che è la parte più produttiva. Serve una edilizia al metro quadro accessibile».
Prima del voto finale, Forza Italia ha ribadito la sua totale contrarietà: Massimo Bossi ha parlato di «Variante fuori tempo massimo», Giuseppe De Bernardi Martignoni di «autocelebrazione» del centrosinistra, Germano Dall’Igna ha ricordato ancora una volta le preoccupazioni rispetto al rischio di ricorsi: «La variante proposta cancella ogni opportunità, è uno strumento iniquo e illegittimo». La Lega Nord ha riconosciuto la riduzione del consumo di suolo, ma ha attaccato ancora con durezza sulla questione di nuovi luoghi di culto («è merito della Legge Regionale, siete intervenuti solo per quello»). Donato Lozito ha invece sottolineato l’aspetto più politico, parlando di «maggioranza [che] paga una cambiale alla sinistra estrema e ambientalista» e dicendo che la scelta «peserà sugli accordi programmatici in vista del 2016». Compatti Aldo Lamberti (gruppo misto), Sel, Città e Vita e il Pd, nel sostenere la Variante: «È un cambiamento che guarda al futuro della città», ha concluso il capogruppo del Pd Ivano Ventimiglia, invitando anche la Lega Nord a condividere il piano, in linea con le critiche espresse nel 2011 al Pgt fino ad oggi vigente.
Al voto finale (nella foto a sinistra) Lega Nord e Forza Italia non hanno partecipato al voto, la Variante ha avuto 15 voti a favore (centrosinistra) e 1 contrario (Ncd).
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