Il commosso addio al “maestro” Arcelli
Centinaia di atleti, collaboratori, conoscenti e dirigenti (anche Stefano Baldini e Beppe Marotta) accorsi a Sant'Ambrogio per l'ultimo saluto al luminare varesino della preparazione atletica

Generazioni di campioni, di dirigenti, di sportivi, di tifosi. E tanta gente che al professor Enrico Arcelli voleva bene senza uno specifico rapporto professionale. La piccola chiesa di Sant’Ambrogio si è riempita sin quasi a scoppiare questa mattina – sabato 4 luglio – per dare l’ultimo saluto al “guru” della preparazione atletica, morto improvvisamente martedì scorso in Sardegna a causa di un attacco cardiaco.
Per stringersi a moglie e figli sono arrivati da tutta Italia: nelle prime file hanno preso posto l’olimpionico di maratona Stefano Baldini e il direttore generale della Juventus, Beppe Marotta, giovanissimo dirigente di quel Varese dei miracoli che Arcelli trasformò in una perfetta macchina da corsa. Accanto a Marotta anche Ferretto Ferretti, allievo di Arcelli e oggi a Coverciano: uno dei tantissimi che sono cresciuti studiando con il “prof” di Sant’Ambrogio che in questi decenni ha forgiato fior di preparatori atletici con i suoi consigli e i suoi insegnamenti.
Il tutto con “un tratto umano e professionale profondo, e quel che arriva in profondità è impossibile da cancellare” è stato sottolineato nel corso dell’omelia. E c’è da credere che Arcelli sarà ricordato a lungo, tale è stato l’ondata di affetto nei confronti dei familiari che si è sollevata in questi giorni. A renderla visibile, come detto, le presenze: il Varese calcio era rappresentato da Papini, Belluzzo e dal dottor Clerici, Guido Borghi non poteva mancare così come il mondo del ciclismo (da Renzo Oldani ad Antonio Fusi a Fabrizio Macchi, ai familiari di Aldo Sassi), quello dell’atletica e di nuovo il calcio (il dottor Tavana del Milan, tra gli altri). Al termine della cerimonia religiosa non sono mancate le parole piene di dolore dell’amico Giacomo Ierardi, che assisteva il professor Arcelli da vicino quando c’erano convegni, lezioni e quant’altro. “Lasci una cicatrice incurabile, ma anche un sorriso pieno di gioia”.
Al termine della cerimonia, a differenza di quanto inizialmente previsto, il feretro del professor Arcelli non è stato trasportato al cimitero di Sant’Ambrogio ma ha fatto ritorno alla camera ardente in attesa di una futura tumulazione. Secondo quanto si è appreso infatti, sul corpo di Arcelli sarà effettuata l’autopsia: il professore infatti era stato trasportato in ospedale dopo un primo malore (si trovava in Sardegna) ma dopo un controllo è stato dimesso. Tornato a casa, l’attacco di cuore fatale. L’esame autoptico potrebbe spiegare meglio l’accaduto.
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