L’Arcisate Stabio riparte dai lucchetti
Salini ha portato via tutto e disfatto i basamenti i primi mesi estivi se ne andranno perciò nel "riadattare" i lavori

Per ora, i primi segni del fatto che l’Arcisate Stabio ha un nuovo committente e un nuovo cantiere sono i lucchetti.
In mancanza di operai, i primi segni di movimento per i lavori della ferrovia si possono considerare infatti i lucchetti “nuovi di pacca” trovati sui cancelli che delimitano il cantiere ad Arcisate: del resto, malgrado siano già cominciati i primi sopraluoghi mattutini da parte di Rfi, prima che il lavoro riprenda a pieno ritmo è necessario innanzitutto verificare lo stato dei lavori lasciato da Salini, verificare i macchinari e portarli in sede, mettere in sicurezza i luoghi di lavoro e cosi via. Insomma, il movimento vero ragionevolmente si vedrà solo a settembre
Così, in queste giornate caldissime di luglio, durante la giornata bisogna accontentarsi di questi segni, e per gli abitanti dei paesi della Valceresio da 5 anni tagliati in due dalla Ferrovia non è facile. Ma le amministrazioni comunali hanno deciso che vale la pena di dare fiducia, a queste scadenze: «Capisco l’ansia per tutti di vedere arrivare concretamente i lavori: ma la cosa più importante ora era sbloccare l’elemento burocratico, che insomma RFI riaprisse i cantieri – commenta Marco Cavallin, sindaco di Induno Olona, con Arcisate il comune “più colpito” da questa tormentata opera – L’importante ora è che rispettino i tempi. Il nostro obiettivo è perciò vigilare che il cronoprogramma regga, e che nel frattempo facciano le opere mitigative necessarie che abbiamo richiesto: l’arretramento delle recinzioni del cantiere, la rotatoria davanti all’Esselunga al posto dell’attuale svincolo, l’allargamento di via Cesariano, la principale via della zona industriale del comune, ora tagliata in due, e la pista ciclabile nella vecchia galleria. Da fare in quest’ordine, nel corso dei lavori».
La nuova azienda appaltatrice, la Salcef, è specializzata nella costruzione di rotaie e non può fingere che non esistano problemi nello smaltimento delle terre che non potranno essere riutilizzate, viste che sono state il principale oggetto di disaccordo con la ditta appaltatrice precedente. Così, tutti si aspettano che siano rispettati i 790 giorni previsti per la conclusione dell’opera – 650 per la conclusione delle opere ferroviarie, 140 per la realizzazione delle opere accessorie – giorni che sono partiti proprio dalla data del 20 luglio.
«Quello che ci preoccupa però è che la Salcef è una azienda metalmeccanica, che si occupa prevalentemente di armamento ferroviario, cioè mette i binari e li elettrifica – spiega Flavio Nossa, che per la Cgil ha seguito fino ad ora il tormentato cantiere -. Tutti i lavori edili dovranno essere subappaltati, e ancora nessuno si è degnato di dirci quali sono le aziende coinvolte, e soprattutto se ci sono: ricordo che i primi lavori, come la conclusione delle gallerie o la realizzazione del ponte della Bevera, sono opere prettamente di edilizia». Intanto, i sindacati si organizzano: unendo gli edili con i metalmeccanici, e preparandosi a vegliare in entrambi i sensi.
Naturalmente, dopo tanti anni e tanti tira e molla vissuti come decisamente strumentali, la fiducia dei cittadini è venuta meno. Quello che possiamo fare noi, come giornale, è “dare un’occhiata al cantiere” periodicamente, per verificare se e quanto i lavori avanzano: così, abbiamo deciso di fare delle prime foto per testimoniare lo stato attuale.
Tra un mese vedremo se c’è qualcosa di più dei lucchetti.
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