Falso e peculato, altri 6 vigili indagati
Si allarga l'inchiesta dei carabinieri sulla Polizia del Medio Verbano. Oltre alle accuse contro il comandante, arrivano a conclusione altre vicende: verbali falsificati e uso dell'auto di servizio
Nuova tegola sui vigili del Medio Verbano: 5 agenti sono indagati per falso, mentre un agente è accusato di peculato. Si tratta di un filone di indagine parallelo rispetto a quello che ha portato all’arresto di Ettore Bezzolato, il comandante della Polizia locale del Medio Verbano colpito da un provvedimento del gip agli arresti domiciliari perché, secondo le accuse, avrebbe trattenuto i soldi in contanti (in totale 9mila euro) da alcune Pro Loco per i servizi di vigilanza straordinaria (peculato). Secondo quanto emerge dalle contestazioni, Bezzolato avrebbe chiesto per anni alle due Pro Loco di Cittiglio e Cuvio di pagare una parte dei soldi in contanti e avrebbe svolto, egli stesso, con auto di servizio, il servizio alle feste di Cittiglio e Cuvio confondendo in sostanza la sua funzione pubblica con quella di pubblico ufficiale. La Pro loco dovevano pagare i servizi al Comando del Medio Verbano e invece una parte veniva versata direttamente al comandante e da qui scaturisce l’accusa di essersi intascato i soldi a titolo personale.
Oltre a questo, oggi si è avuta notizia di nuove contestazioni della procura di Varese. Si tratta però di accuse diverse. Sono infatti avvisi di conclusione indagini, riguardanti atti per cui i Carabinieri di Luino hanno proceduto nei mesi scorsi in assoluta segretezza. A sei agenti del comando sono contestati reati quali omissione di atti di ufficio e falso documentale. La vicenda é abbastanza strana. Alcuni agenti durante un controllo antidroga di almeno due anni fa avrebbero omesso di scrivere nei verbali alcuni luoghi dove fu rinvenuto lo stupefacente e in particolare non segnalando un rinvenimento avvenuto in una casa privata.
Un settimo agente è invece indagato per il reato di peculato perchè avrebbe usato l’auto del comando per fini privati.
Che cosa hanno in comune queste indagini sul comando? In realtà il trait d’union sarebbero le dichiarazioni di Leonardo Giuliani, l’agente che fu arrestato a novembre per la vicenda delle pressioni sessuali alle commercianti (e indagato anche per la questione dello stupefacente non segnalato). I carabinieri hanno poi seguita la traccia delle sue dichiarazioni: solo per la vicenda Pro Loco, ad esempio, sono state ascoltate almeno 10 persone.
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ed ora vediamo se avranno la stessa arroganza che li distingueva!!!! Speriamo nella giustizia!