Sì alla riforma, ecco come cambia la sanità lombarda
La riforma votata definisce la nuova governance sociosanitaria lombarda. Istituite 8 nuove Agenzie di tutela della salute che che sostituiscono le attuali 15 ASL
Definitivo via libera in Consiglio regionale alla riforma della governance del sistema sociosanitario lombardo, approvata poco dopo le 22.30 con 46 voti favorevoli e 28 contrari. Si sono espressi a favore Lega Nord, Lista Maroni, Forza Italia, NCD, Fratelli d’Italia e Gruppo Misto; contrari PD, Patto Civico e M5Stelle.
La riforma votata definisce la nuova governance sociosanitaria lombarda e sarà seguita in autunno da un nuovo provvedimento legislativo, già approdato in Commissione e che interverrà in particolare su prevenzione, salute mentale, malattie rare, veterinaria e rapporti con le Università.
Un allegato parte integrante della riforma stessa definisce la strutturazione territoriale delle Agenzie di Tutela della Salute (ATS) e delle Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST).
I principali contenuti della riforma
Le ATS (Agenzie di tutela della salute) avranno funzioni di gestione, programmazione e controllo, oltre che di supervisione sulla continuità delle cure ai malati cronici e gravi. Spetteranno loro l’accreditamento delle strutture sanitarie e socio sanitarie, la negoziazione e l’acquisto delle prestazioni sanitarie e socio sanitarie. Ne vengono istituite 8 che sostituiscono le attuali 15 ASL: nascono pertanto le ATS Insubria (Varese e Como), Brianza (Monza e Lecco), Bergamo, Brescia, Pavia, Val Padana (Cremona e Mantova), Città Metropolitana (Milano e Lodi) e quella della Montagna (Sondrio, Valtellina e Valcamonica).
La legge istituisce inoltre 27 ASST (Aziende socio sanitarie territoriali): rispetto al documento approvato in Commissione Sanità, vengono aggiunte cinque nuove aziende socio sanitarie territoriali, Niguarda e Gaetano Pini a Milano, Spedali Civili a Brescia, Papa Giovanni XXIII a Bergamo e Crema.
Accolto anche un emendamento inizialmente promosso dal Presidente Raffaele Cattaneo e poi condiviso anche da altri esponenti varesini che afferisce l’ospedale di Tradate alla ASST dei Sette Laghi spostandola da quella della Valle Olona (in maggioranza, voto contrario su questo emendamento è stato espresso da Luca Daniel Ferrazzi della Lista Maroni).
Alle ASST spetterà il compito di erogare le prestazioni sanitarie e socio sanitarie: dovranno garantire le prestazioni e le cure territoriali in sinergia con gli ospedali che confluiranno nelle Aziende stesse. Ogni ASST avrà un direttore generale unico, ma al proprio interno sarà suddivisa in due strutture tra loro distinte che avranno gestione e bilanci separati: il Polo ospedaliero affidato a un direttore sanitario e la Rete territoriale affidata a un direttore sociosanitario. La Regione potrà comunque istituire nuove aziende ospedaliere, secondo i requisiti previsti dalla normativa nazionale vigente.
La riforma prevede anche la nascita di una Agenzia di vigilanza e controllo sull’erogazione delle prestazioni e delle cure sanitarie e sociosanitarie, che dovrà agire in collegamento con le singole ATS. L’Agenzia sarà costituita da un direttore nominato dal Presidente della Giunta regionale e da un Comitato di Direzione composto da 3 persone nominate su indicazione della Conferenza dei gruppi regionali di minoranza o estratte a sorte tra 10 nominativi, sempre di indicazione dei gruppi di minoranza.
Nel rispetto della legge Bassanini e delle facoltà in capo al Presidente della Giunta regionale, viene istituito l’Assessorato regionale unico al Welfare che comprende i precedenti assessorati alla Salute e alla Famiglia e Solidarietà sociale: saranno scorporate le deleghe al Volontariato e alle Pari opportunità.
A Milano troverà sede un grande polo pediatrico: il nuovo “Ospedale del Bambino” nasce dall’accorpamento di Buzzi, Sacco, Fatebenefratelli e Macedonio Melloni. Viene infine incentivata, anche attraverso una sostanziale semplificazione procedurale, la prenotazione online di visite ed esami, e viene incrementato di 40 unità il numero delle borse di studio destinate agli specializzandi lombardi.
Introdotta anche l’abolizione graduale dei ticket in base al reddito fino a 32mila euro, già recepita in occasione dell’assestamento di bilancio approvato a fine luglio.
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