Salvini a Busto: “Renzi è un verme”
Il leader del carroccio risponde al premier, che ha usato l'immagine del bimbo curdo dicendo che lo scontro è "umani contro bestie". Sul 2016: "Abbiamo il consenso, pronti a trattare con Forza Italia"
«Renzi è un verme: uno che usa la foto di un bambino di tre anni morto per dare delle bestie a noi, a voi, è un verme». A Busto Arsizio (ma ripetendo parole già dette nel pomeriggio a Lodi) Matteo Salvini risponde a muso duro a Matteo Renzi, che aveva parlato di scontro «umani contro bestie» sul tema dell’accoglienza ai migranti.
Il leader della Lega Nord si è presentato in un cortile del Museo del Tessile strapieno di militanti e simpatizzanti. Immancabile felpa “Busto Arsizio”, è salito sul palco poco prima delle 21.30, affiancato dal segretario provinciale Matteo Bianchi e dai notabili bustocchi (Giampiero e Paola Reguzzoni, Ivo Azzimonti, Stefano Ferrario) in felpa, oltre al Attilio Fontana e Francesca Brianza “in borghese”. E Salvini ha aperto il suo intervento, non a sorpresa, proprio sui migranti: alle consuete parole dure , Salvini ha affiancato toni meno forti, parlando dei migranti siriani (non sfugge che in questi giorni il sentimento verso chi scappa dalla guerra è in parte cambiato). Come quando – appunto – ha ricordato il bambino curdo «morto su una spiaggia, dove i bambini di tre anni dovrebbero giocare».
Archiviato l’attacco a Renzi («lo inviteremo a Busto l’anno prossimo, come capo dell’opposizione» aveva detto pochi minuti prima, di fronte ai volontari delle cucine), il leader del carroccio ha poi offerto la sua lettura di quanto accade in Europa e in Medio Oriente in queste settimane: prima contro la sinistra e la «ipocrisia di chi accoglie gente che non scappa da nessuna guerra, ma viene a rompere le palle», poi contro «la Merkel che si prende i migliori»: i cristiani che scappano dalle e esecuzioni, i medici e gli avvocati, a noi dice: “vi lasciamo il resto”. A Mineo su 3200 ce ne sono due che vengono da Paesi in guerra, nessun siriano perché se li è già presi la Merkel». Poi ancora contro il sistema delle «cooperative che si arricchiscono» e contro «i sindacati e la sinistra» che vogliono gli immigrati perchè «così avranno iscritti e votanti». E ancora critiche all’Europa che ha messo l’embargo ad Assad «che sarà quello che è ma combatte contro i terroristi islamici» e che non interviene con forza in Siria.
Da Salvini a Busto si attendeva anche qualche risposta sullo scenario del 2016: a Busto si vota, la Lega spera di avere un suo sindaco, scavalcando gli alleati di Forza Italia, che da lustri ormai esprimono il primo cittadino. Il problema è che a Varese il centrodestra ha sempre sostenuto candidati leghisti e non è facile rompere l’equilibrio provinciale. Il carroccio bustocco sogna un sindaco leghista, Salvini li sosterrà? «Se c’è il candidato, se c’è il programma, se c’è compattezza della sezione, noi andiamo avanti» dice il segretario federale. «Non mettiamo le bandierine, dove Forza Italia ha un candidato migliore dei nostri io non starò al mercato marocchino, se non ho qualcuno di valido: se Forza Italia ha qualcuno di valido, ragioniamo. Dati e numeri, però, la Lega è la Lega e ne ragioneremo dalla posizione in cui siamo». Sì dunque al dialogo conForza Italia, ma con la consapevolezza dei nuovi rapporti di forza: «Non pretendo d’imporre le mie idee e i miei uomini, però… in passato abbiamo rispettato i numeri a vantaggio di altri, adesso mi sembra che il consenso popolare [per la Lega] sia abbastanza evidente. Va da sè: in questo discorso Alfano non rientra neanche dalla finestra»
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