La nuova Openjobmetis da cima a fondo
Quali sono i pregi, e quali i lati da migliorare degli undici uomini a disposizione di Paolo Moretti? Il precampionato ha lasciato incognite, cerchiamo di conoscerli meglio
Seconda stagione consecutiva con la squadra completamente ribaltata rispetto all’anno precedente. L’Openjobmetis apre la nuova campagna italiana (ed europea) con una rosa tutta nuova, dove gli italiani sono tornati a occupare qualche casella, e anche tutta da scoprire visto che il precampionato ha dato meno risposte di quelle che si attendevano e nemmeno tutte positive.
Però le potenzialità, dicono i più attenti osservatori anche dei campionati esteri, ci sono per fare bene: l’obiettivo sono i playoff in Serie A e un cammino piuttosto lungo in Fiba Cup. Quest’anno, lo confessiamo, è stato più difficile compilare pregi e difetti dei ragazzi in biancorosso, ma naturalmente non ci siamo sottratti dall’incombenza classica, che vi proponiamo ogni inizio di stagione.
0 – Brandon DAVIES (Centro – 2,08 – 1991 – Usa)
▲- Fisico massiccio e quadrato senza essere pesante, Davies è anche dotato di buoni fondamentali. Sa palleggiare, anche in velocità, sa usare il piede perno e trovare soluzioni “di fino” anche nei pressi del canestro dove non ha necessariamente bisogno di cercare la schiacciata.
▼– La prima esperienza europea, in Francia, non ha avuto cifre e punte memorabili, il che fa sorgere il dubbio che Davies non si adatti con facilità ai ritmi del nostro basket (ma va detto che è arrivato nella seconda parte di stagione). A rimbalzo non ha particolare attitudine né esplosività, e in questo i rivali possono infastidirlo.
1 – Muhammad FAYE (Ala-centro – 2,08 – 1985 – Sen)
▲- Nazionale senegalese, ma di formazione americana porta a Varese un buon bagaglio di esperienza nei campionati europei, seppur con squadre di seconda fascia. Elastico, dotato di buona propensione al rimbalzo anche grazie alle lunghe leve, realizzatore da doppia cifra, dovrebbe garantire un apporto in punti da “secondo violino”.
▼– Fisico quasi alla “Manute Bol”, per dire che Faye è molto molto magro rispetto all’altezza, caratteristica che lo favorisce su corsa e salto ma lo penalizza di fronte ai pari ruolo ben più piazzati sul piano dei chili. Il suo prematuro addio ad Afrobasket per litigi con il c. t. senegalese ne fanno un soggetto da tenere sotto osservazione.
2 – Maalik WAYNS (Play – 1,88 – 1991 – Usa)
▲- Il giocatore più atteso, il leader designato della squadra, un po’ per i trascorsi – NBA giocata per davvero tra Sixers e Clippers – un po’ per quanto mostrato in precampionato quando gli acciacchi lo hanno lasciato in pace. Velocità da videogame anche con palla in mano, elevazione, tiro che (quando continuo) può fare danni pesanti alle difese, discreta propensione all’assist.
▼– Abbiamo scritto “discreta” propensione all’assist, perché talvolta si mette in proprio in attacco e lasciando gli altri a guardare. Qualche dubbio sulla tenuta fisica – lo scorso anno saltò gran parte della stagione – e sulla sua propensione di giocare sul dolore. Taglie (altezza e peso) nella media, playmaking un po’ spurio.
6 – Ovidijus VARANAUSKAS (Play – 1,87 – 1991 – Lit)
▲- Il basket “3 contro 3” di cui è grande specialista è diverso da quello a cinque ma permette di accrescere faccia tosta, tiro, cattiveria in difesa, tutte qualità che il lituano dimostra di avere nel bagaglio. Sa di essere ai margini della rotazione (e a rischio tagli qualora bisognasse intervenire), ma ha fame di crescita.
▼– Le statistiche spesso mentono, ma se Varanauskas non ha inciso nel campionato lituano, difficilmente potrà avere ruoli da protagonista in Serie A. In fase di regia appare acerbo così come nella selezione dei tiri, leggerino, tutto da verificare.
8 – Lorenzo MOLINARO (Ala-centro – 2,04 – 1992 – Ita)
▲- Rispetto a tanti altri pari ruolo italiani vanta piedi molto rapidi, senza i quali molti giocatori rischiano di non poter competere ad alto livello (chi ha detto Martinoni?). Atleta che ama coprire il campo di corsa e attaccare il (attaccarsi al) ferro, in precampionato ha mostrato anche una buona propensione al tiro piazzato dalla media.
▼– Correre e saltare è bello e fa spettacolo, ma se le difese non sono d’accordo tutto si fa più difficile, e la taglia di Molinaro – 2,04 per un quintale – non gli permette di sfidare i diretti avversari nel corpo a corpo. Ciò vale anche per la difesa. E l’esperienza per quel ruolo è poca, ma d’altro canto il suo arrivo dev’essere visto in prospettiva futura.
10 – Daniele CAVALIERO (Play-guardia – 1,88 – 1984 – Ita)
▲- È l’uomo di punta del gruppo italiano e non a caso avrà anche i gradi di capitano. Giocatore che conosce a menadito il nostro campionato, può giostrare su due ruoli – meglio da guardia però – e nelle giornate ispirate sa cambiare il corso delle partite, soprattutto quando scalda la mano. Buona taglia per il ruolo, capace di colpi di genio qua e là.
▼– Era considerato un grande prospetto, ora ha passato i trenta e (pur con un paio di convocazioni agli Europei) non ha mai sfondato del tutto. Un po’ discontinuo, un po’ lunatico, sa fare diverse cose ma non ha specializzazioni da missioni speciali.
11 – Jevhon SHEPHERD (Ala – 1,98 – 1986 – Can/Jam)
▲- Già visto in Italia, seppure in A2, discreta esperienza alla soglia dei trent’anni, duttilità tattica che ne fa con Cavaliero l’uomo più importante della panchina, visto che sarà chiamato a lavorare su tre diversi ruoli, alla bisogna. Vanta diverse soluzioni d’attacco, è dotato di un buon mix tra atletismo e tecnica, può essere l’uomo che tiene alto il livello del quintetto quando è chiamato a contribuire.
▼– Per certi versi ha qualità – non tattiche – simili a quelle di Cavaliero: bravino ma senza eccellere, tira benino ma non è un cecchino, prende rimbalzi ma non eccelle. Se non riesce a giocare ai suoi massimi, rischia di lasciare una falla nel cuore dello schieramento.
12 – Luca CAMPANI (Ala-centro, 2,08, 1990, Ita)
▲- Guglia azzurra, con i suoi 2,08, che lo favoriscono sotto i tabelloni e quando cerca tiri dall’alto. Sa cercare la fortuna anche sul perimetro, visto che non disdegna il tiro da fuori, ha già mostrato in passato di valere minutaggi importanti nella massima divisione, anche se a Cremona ha un po’ steccato.
▼– La cattiveria non è il suo forte, e se a questo uniamo uno scarso tonnellaggio in relazione all’altezza, ecco che si aggiunge un dubbio sulla stazza del reparto lunghi biancorosso. Da valutare anche a livello di velocità: Molinaro può rosicchiare qualcuno dei minuti destinati a lui.
21 – Giancarlo FERRERO (Guardia-ala, 1,94, 1988, Ita)
▲- A 27 anni ha l’occasione per provare a ritagliarsi un posto in Serie A, anche se in pochi minuti. Preso dopo Mei e Casella, cercherà di fare meglio dei due predecessori mettendo in campo grinta, voglia e un buon bagaglio tecnico.
▼– Abbiamo nominato i due giocatori che lo hanno preceduto salendo dalla A2 e condivide con essi lo stesso problema: un “passo” che non appare adeguato al mix tra velocità, atletismo e qualità tecniche necessario per stare a galla in A. Però ha l’esperienza per sopperire alle mancanze.
43 – Mychel THOMPSON (Ala, 2,01, 1988, Bah/Usa)
▲- Nei suoi geni e nelle sue vene ci sono tracce abbondanti di grande basket, lui ha fatto bene a livello di D-League vincendo quel campionato a suon di punti, triple, presenza globale sui due lati del campo. Quello cioé che ha colpito in positivo Moretti e Arrigoni quando sono andati a prelevarlo di persona.
▼– Thompson è il vero oggetto misterioso del pre-campionato: a qualche lampo clamoroso ha alternato tanti minuti senza spunti, con scelte sbilenche, presenza poco visibile e condizione fisica non particolarmente brillante (salvo, appunto, alcune azioni “flash”). Se rimarrà quello visto d’estate, c’è da aver paura.
55 – Ramon GALLOWAY (Play-guardia, 1,91, 1991, Usa)
▲- “Scoutizzato” per il ruolo di guardia titolare – e sarà il principale per cui verrà utilizzato da Moretti – si è fatto apprezzare alle Summer Leagues anche come portatore di palla, cosa che ha convinto gli uomini-mercato. Bene al piano di sotto, ha l’opportunità di ripercorrere strade battute da tanti americani sbocciati in A2 e poi divenuti grandi. Garretti elastici, buon tiro, faccia tosta anche contro gente più esperta, potente, tecnica: ha vari motivi per cui puntare su di lui.
▼– Alcuni problemi muscolari, ripetuti nel tempo, non gli hanno consentito di completare come si deve il precampionato. E certi “messaggi in codice” lasciati trapelare dalla società hanno fatto capire che di lui non ci si fida ancora al 100%. Poi, se abbiamo detto che dall’A2 sono saliti diversi ottimi giocatori, bisogna anche ricordarsi di come ci sia stato anche più di un fallimento (anche se una guardia, rispetto ad ali e pivot) ha forse più chance di fare bene.
NEGLI ANNI SCORSI – Ecco le nostre previsioni delle stagioni precedenti: 2014 – 2013 – 2012 – 2011 – 2010.
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