Omaggio a Oreste Albertini
Il Comune di Cadegliano Viconago e la Galleria Ottonovecento di Laveno Mombello dedicato una mostra all'artista che ha operato in Valceresio ed in Valmarchirolo

Spenderà bene il suo tempo chi, interessato all’arte, dedicherà mezz’oretta alla bella mostra antologica intitolata “Il colore del silenzio”, che il Comune di Cadegliano Viconago e la Galleria Ottonovecento di Laveno Mombello hanno allestito a proposito dell’opera di Oreste Albertini (1887-1953), artista di origine pavese che ha operato in Valceresio ed in Valmarchirolo nella prima metà del Novecento. La mostra è in corso fino al 1 novembre.
Albertini fu un artista nato, che dimostrò precocissimo la sua attitudine, diventanto allievo del pittore Cesare Maroni, con il quale affrescò, come giovane aiutante, la Chiesa di Besano, non lontano da Varese. Sensibile al fascino della Metropoli lombarda, dopo i vent’anni completò gli studi artistici con i corsi della Scuola di Decorazione Professionale della Società Umanitaria. Sposatosi con Rosa nel 1921, Oreste si stabilì in Valceresio dove soggiornò sostanzialmente tutta la vita, a parte gli anni vissuti a Viconago, dove lasciò evidentemente ben più di una traccia dal 1925 al 1932.
Politicamente schierato con gli antifascisti, Albertini si tenne lontano dall’arte vicina al Regime, compiendo però al tempo stesso una scelta qualitativa precisa, perché rimase fortemente influenzato dal Divisionismo, cioè da quel movimento artistico nato a Milano a partire dalla Triennale di Brera del 1891 e diffuso soprattutto per merito di Vittore Grubicy de Dragon (il critico che portò Segantini fino all’Expo della Tour Eiffel), il quale movimento utilizzava la tecnica dei ‘colori puri’; gli artisti divisionisti, in pratica, non mescolavano i colori sulla tavolozza, ma li pennellavano brevemente sulla tela, a puntini o a piccoli segmenti, ottenendo una luminosità molto particolare, soprattutto quella atmosferica nella pittura di paesaggio.
Albertini ebbe studio a Milano e, come ben ricorda il catalogo edito dal Comune di Cadegliano in occasione dell’odierna esposizione, sentì vicini alla propria sensibilità artisti come Gaetano Previati, Pelizza da Volpedo, Segantini e Carlo Fornara.
Sicuramente paesaggista, e di un paesaggismo che in Valceresio e Val Marchirolo ha anche un grande valore storico per lo studio dello sviluppo urbanistico, Oreste Albertini è interessante soprattutto quando al centro del paesaggio mette la figura umana: non solo quindi l’emozione dell’artista che guarda il paesaggio, bensì anche la capacità dell’artista di cogliere lo stato d’animo delle persone che il paesaggio lo vivono.
Le circa cinquanta opere raccolte a Cadegliano, una ventina delle quali di proprietà della Galleria OttoNovecento, molte altre provenienti da collezioni private, sono uno spaccato sulla storia del paesaggio di luoghi spesso noti, anche se non sempre vicinissimi, come ad esempio Macugnaga o Courmayeur, piuttosto che le Dolomiti.
Alcune di queste opere sono veramente pregevoli e talune anche in vendita. Si distinguono in particolare lo stupendo olio su tavola “Lago di Lugano da Viconago”, segnalato per aver fatto parte della collezione della Cassa di Risparmio di Tortona. E poi ancora “Figura in Valceresio”, “Ragazza distesa al sole” e “Giovane”, un dipinto quest’ultimo molto delicato, sebbene non del tutto privo di una sua sensualità.
Il colore del silenzio
mostra antologica di Oreste Albertini
fino al 1 novembre
Comune di Cadegliano-Viconago (a 10 minuti d’auto dal Valico di Ponte Tresa), via Provinciale
Orari: Martedi-venerdi 15.00 -19.00, Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00
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