Casa esplosa, una tragedia che poteva essere evitata?

Inquirenti al lavoro per capire quale procedura sia stata adottata dalla società che gestisce la rete del gas e se lo scoppio poteva essere previsto ed evitato

Cantalupo, crolla un'abitazione

La tragedia di via Risorgimento poteva essere evitata? Il sostituto procuratore bustocco Luigi Furno è al lavoro per accertare le eventuali responsabilità nell’esplosione della casa di Cantalupo a causa della fuga di gas, avvenuta nel pomeriggio di mercoledì e che ha provocato la morte dell’ottantenne Virginia Bollati e il ferimento di altre tre persone.

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L’esplosione della palazzina a Cantalupo 4 di 11

Molte le persone informate sui fatti che sono state ascoltate già a partire dalla sera dopo lo scoppio, a partire dagli operai che erano presenti sul posto sia della ditta che stava posando la fibra ottica, sia della società del gas che stava lavorando sulla perdita.

Le versioni fornite da una parte e dall’altra non coincidono e necessitano di ulteriori approfondimenti. Proprio per questo oggi è stato ascoltato nuovamente l’operaio dell’azienda per la posa della fibra ottica che ha bucato il tubo e che ha seguito tutte le fasi della riparazione.

Dalle prime risultanze investigative sembra emergere l’ipotesi che lo scoppio sia avvenuto nel momento in cui la signora Bollati ha aperto la porta di casa e acceso la luce. La scintilla provocata dall’interruttore avrebbe fatto esplodere l’intera abitazione ormai satura di gas.

L’altro elemento su cui lavorano gli investigatori è la procedura utilizzata dagli operai Italgas che stavano lavorando per chiudere la perdita. Si sta cercando di accertare il tipo di intervento effettuato a partire dalle 17 di martedì, 24 ore prima dell’esplosione.

I tecnici del gas, infatti, avrebbero cercato di abbassare la pressione del gas sulla tubatura rotta applicando delle valvole per bypassare il passaggio del gas in modo da poter operare sul tubo danneggiato dalla trivella. Al terzo tentativo di deviare il gas, però, gli operai non avrebbero ottenuto il risultato desiderato.

Il gas ha continuato a fuoriuscire ad una pressione sostenuta ma, nonostante questo, non sarebbe stato  deciso né di sospendere la fornitura di gas a monte, né di evacuare la casa della signora Bollati.

Altro aspetto su cui lavorano gli inquirenti è la mappatura delle tubature del gas che passano in quella zona. Sembrerebbe che la società Italgas, che per gli interventi d’emergenza si appoggia ad una ditta di Brescia, non avesse segnalato la presenza del tubo all’impresa che stava effettuando i lavori di posa della fibra ottica.

 

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Novembre 2015
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