La Polizia Locale sequestra il cane al clochard, l’amico avvocato glielo fa riavere
Daniel vive sotto al ponte della Mornera, è stato assistito pro bono dal legale Pietro Romano. "Il cane ha il microchip ed è di sua proprietà, non poteva sequestrarlo"
La Polizia Locale ha “sequestrato” il suo cane, ma alla fine il clochard è riuscito a riaverlo, affidandosi al diritto: grazie ad un amico avvocato intervenuto al suo fianco ha potuto riabbracciarlo. È la storia di Daniel, senzatetto rumeno che vive in strada a Gallarate, e del suo cagnolino.
Una storia partita dall’ennesimo controllo da parte della Polizia Locale: la zona dove vive all’addiaccio Daniel, via Pacinotti sotto al ponte della Mornera e accanto alle Officine FS, è spesso al centro di polemiche, anche politiche, per la presenza di senzatetto. Qui Daniel ha ricevuto la visita della Polizia Locale, come viene raccontato dall’avvocato Pietro Romano, che ha assistito (pro bono) il senzatetto: «Gli agenti l’hanno avvicinato e gli hanno tolto coperte di dosso, il cagnolino, che non è certo un dobermann, ha reagito spaventato e ha morso lo stivale di uno dei vigili. A questo punto gli agenti hanno chiamato l’accalappiacani e il cagnolino è finito, abbiamo scoperto dopo, al canile di Gallarate». Un sequestro arbitrario, che l’avvocato Romano – dopo aver incontrato Daniel in lacrime – ha subito contestato: «Non era sotto sequestro, ci abbiamo messo però ore a riavere il cane». Con un ostacolo in più, superato grazie alla generosità di un altro amico: «Il cane non era sotto sequestro ma bisognava pagare lo stesso 72 euro all’Asl, tra l’altro solo tramite banca o con bancomat, cosa che un senzatetto difficilmente potrebbe fare».
La vicenda di Daniel e della Polizia Locale però, è aperta da mesi: «Già in estate – spiega Romano – gli avevano portato via lo zaino, io ho fatto istanza di dissequestro e il verbale era stato compilato nella scorsa estate. Ma solo l’altro giorno, con insistenza e mettendoci due ore, abbiamo potuto recuperare lo zainetto con le sue povere cose: perchè non si era dato corso prima?».
Il sindaco Edoardo Guenzani, contattato al proposito, parla di «un’azione fatta probabilmente nell’ambito del nuovo regolamento di Polizia Locale, che sanziona l’accattonaggio molesto con uso di cani» (lo strumento amministrativo è stato introdotto nella scorsa primavera, sull’onda di una mobilitazione contro episodi denunciati in città, anche da associazioni animaliste). «Mi auguro e sono convinto che la nostra Polizia Locale abbia operato nei binari della legalità».
In questo caso, l’avvocato ha fatto valere le ragioni di Daniel e non nasconde la sua irritazione per l’ingiustizia. «Il cane era di suo proprietà, dotato di microchip. Con che diritto lo fanno? Non sta nè in cielo nè in terra: lo si fa per compiacere alla Gallarate bene che non ama vedere certe cose, a cominciare da chi lo segnala in continuazione alla polizia locale».
Nei commenti sui social, i più prendono le difese di Daniel («sempre attento al suo cagnolino» e poco invasivo rispetto ad altri senzatetto che abitano in zona Mornera), altri esprimono dubbi sull’attenzione al cagnolino viste le condizioni di vita. E sullo sfondo, rimane sempre la questione delle lamentele per la presenza di persone disagiate (ma che non commettono spesso alcun reato, come ricordato per esempio nell’assemblea su Piazza Risorgimento), con richieste di intervento al Comune che poi si scontrano con i limiti della Legge, come questo caso ha dimostrato.
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