Le “case fantasma” diventano campo d’addestramento per le forze speciali
Rumore di spari e scoppi intorno a Malpensa: le "case delocalizzate" sono in corso di demolizione e così si sono intensificate le presenze per esercitazioni, finchè si possono ancora usare. Mentre rimane l'incertezza sul destino delle aree "spianate"
Sono le case dichiarate inabitabili a causa del rumore degli aerei, vuote da anni. Solo che dal rumore degli aerei – oggi meno, rispetto a dieci e più anni fa – si è passati a un altro genere rumore: quello degli spari e delle esplosioni. Sì, perchè questa “città fantasma” (oggi, in realtà, al più quartieri fantasma) da qualche tempo è impiegata per esercitazioni militari dei corpi speciali dell’Esercito e della Marina: per alcuni giorni, di tanto in tanto, le tranquille villette diventano ipotetici covi di guerriglieri da assaltare, i viottoli da zona residenziale con il loro asfalto ormai malconcio diventano strade di qualche città di “area calda”, come potrebbero essere oggi la Siria o la Libia.
O come poteva essere l’altro ieri qualche zona dei Balcani, oggi pacifica. «Sembra di stare a Mostar», commentava qualche cittadino di Lonate Pozzolo, citando la città che nel 1993-95 fu dilaniata da un assedio barbaro e che oggi è luogo di vacanza, tra le spiagge di Dubrovnik e le pietre venerate di Medjugorje. «Non sarebbe il caso di avvisare anche la cittadinanza?» si chiede un’altra abitante della zona. «Bastava mettere dei cartelli anche generici». A Lonate qualcuno storce il naso, per queste esercitazioni che ciclicamente si ripetono e che – si diceva già lo scorso anno – si stanno intensificando, con il procedere degli abbattimenti delle “case delocalizzate”, deciso (e finanziato) dalla Regione.
«Abbiamo fatto presente che ormai le case esisteranno ancora per poco» dice il sindaco Danilo Rivolta. «Son venuti già settimana scorsa, poi l’altro ieri, corpi speciali che si addestrano: gli edifici sono quelli rimasti in piedi vicino a via Vittorio Veneto e via Adamello-viaFrancia. Zone quasi disabitate». Di fronte ai malumori di qualche cittadino, il sindaco ridimensiona: «Tam tam mediatico sui social. Anzi: io dico che le esercitazioni possono essere utili, dal punto di vista della sicurezza».
Le zone di case disabitate e abbandonate sono diventate, nell’arco di dieci anni, anche luoghi un po’ fuori controllo, con tanto di abitanti abusivi che vivono alla buona, servendosi di un po’ di acqua corrente ed energia elettrica (ne avevamo incontrati alcuni, clicca qui). Certo, ora le ruspe stanno man mano erodendo questa città fantasma: «Qui a Lonate il 40% delle case è stato abbattuto, rimane il restante 60%», stima Rivolta. Nel frattempo, i vicini di casa fanno i conti con rumori di raffiche di mitra e granate flash-bang («ma la sicurezza è garantita, hanno anche le loro ambulanze pronte», assicura il sindaco)
E dopo? Cosa si farà di quelle aree? Saranno lasciate a verde? Saranno ricostruite? Oggi non è dato saperlo. Dopo i sogni su “zone di mitigazione ambientali”, ora si è fermi alla ipotesi di “concorso d’idee” lanciata qualche mese fa dall’assessore al territorio di Regione Lombardia Viviana Beccalossi. Una idea (ripensare unitariamente un pezzo intro di territorio, su tre Comuni) che affascina ma che non ha dato risposta agli interrogativi anche su un nodo fondamentale: quali saranno i paletti posti dalla Regione e quali gli spazi di manovra lasciati ai singoli Comuni? «Ad oggi non ho aggiornamenti dalla giunta» ha detto il presidente del Consiglio Regionale Raffaele Cattaneo, durante il suo tour istituzionale che ha toccato la zona tra Busto, Gallarate e Malpensa. La competenza, a questo punto, è infatti nelle mani dell’esecutivo di Regione Lombardia: «Di certo il destino di queste aree sarà legato a futuro masterplan d’area, su cui credo vedremo a breve delle novità».
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