“Controllo del vicinato: le regole per farlo bene”
L'Associazione Controllo del vicinato propone un modello di vigilanza sul territorio che rafforza il tessuto sociale e mette in guardia contro l'uso eccessivo dei socialnetwork

Da Malnate a Casorate Sempione, da Saronno a Cazzago Brabbia a Castronno: la rete delle iniziative di controllo del vicinato cresce e si ramifica in tutta la provincia. Iniziative che nascono da una comune esigenza di sicurezza del territorio ma che spesso si differenziano per storia, modalità organizzative e indicazioni operative.
Su questi temi opera da anni l’Associazione Controllo del vicinato, che ispirandosi all’esperienza inglese del Neighbourhood Watch ha fatto partire in diverse località italiane programmi di sicurezza residenziale e organizzato gruppi di Controllo del Vicinato.
Nata proprio in provincia di Varese (a Caronno Pertusella), l’associazione è composta da una rete territoriale di volontari e specialisti volontari che forniscono consulenza e supporto gratuito alle Amministrazioni Comunali, alle associazioni locali e a privati cittadini che intendono sviluppare nel proprio territorio questi programmi.
“Il nostro progetto ha alle spalle un’esperienza maturata in sei anni di di attività e di confronto su questo tema e il modello che proponiamo è efficace perchè attiva le relazioni tra vicini e dunque rafforza il tessuto sociale – spiega Gianfrancesco Caccia, presidente dell’associazione – Il controllo del vicinato è una questione delicata che può avvalersi della tecnologia ma non delegare a questa una tema sensibile come quello dell’allarme sociale rispetto alla sicurezza”.
E’ il caso dei principali socialnetwork, che secondo Caccia possono essere utili ma comportano anche dei rischi: “Ad esempio i gruppi WhatsApp al pari di molte pagine Facebook possono essere ambiti dove sfogare i propri timori; sono ansiogeni in quanto causano tanti allarmi lanciati da persone che a volte non si conoscono tra di loro sul territorio, allarmi per lo più non circostanziati e approssimativi. Presentano delle vulnerabilità in quanto chiunque potrebbe lasciare o far lasciare nome e numero di telefono per entrare a far parte della rete, anche i ladri che vogliono sapere se sono stati visti. Non favoriscono la socialità ma al contrario stimolano le persone a non prendersi cura del legame sociale, semplicemente facilitano il puntare il dito contro dei problemi che appaiono per lo più ingestibili/insormontabili in quanto raramente questi allerta vengono “chiusi”.
“Per terminare – prosegue Caccia – bisogna ricordare che i gruppi WhatsApp tagliano fuori completamente gli anziani che sono le vittime principali di furti e truffe. Questi sono solo alcuni dei motivi per i quali ci raccomandiamo sempre durante le nostre riunioni di utilizzare questo strumento con estrema attenzione e parsimonia, unendolo a un reale sforzo volto a migliorare i rapporti sociali e dunque la vivibilità del proprio quartiere”.
Il modello messo a punto dall’Associazione, prevede inoltre una precisa procedura per far giungere segnalazioni o richieste alle forze di pubblica sicurezza, con un responsabile e modalità che permettono di evitare fenomeni di ansia o panico infondati.
L’Associazione, che si è costituita ufficialmente nel 2013, offre supporto, ma anche formazione, manuali e consigli a chi voglia organizzare nel proprio paese o quartiere questo tipo di controllo del vicinato basandosi su regole e modalità già ben rodate. “Siamo sempre disponibili per partecipare a incontri e momenti di confronto con i cittadini, le istituzioni e le forze dell’ordine e sono già centinaia i comuni in tutta Italia (molti di questi in Lombardia e nella provincia di Varese) attivi con questo modello di Controllo del Vicinato”.
Tutte le informazioni e i contatti sul sito: controllodelvicinato.it
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