Frontalieri, pronto il nuovo accordo tra Italia e Svizzera
L'intesa sostituirà la norma del 1974 ma l'Italia subordinata la sua entrata in vigore all’assenza di ogni forma di discriminazione derivante dal referendum del 9 febbraio
I negoziatori di Italia e Svizzera, al lavoro da tempo su questo tema, hanno sottoscritto oggi un accordo sull’imposizione dei lavoratori frontalieri, unitamente ad un protocollo che modifica le relative disposizioni della Convenzione contro le doppie imposizioni.
Il testo relativo ai lavoratori frontalieri concretizza uno dei principali impegni assunti dai due stati nella “roadmap” firmata nel febbraio 2015. Il nuovo accordo, che sostituirà quello del 1974, non è stato ancora firmato da parte di entrambi i governi né approvato dai rispettivi parlamenti.
L’accordo è stato sottoscritto dai negoziatori di entrambi gli stati a Berna e a Roma. Il testo sarà reso pubblico al momento della firma ma concretizza uno degli impegni più importanti assunti da Italia e Svizzera il 23 febbraio scorso, quando entrambi i Paesi firmarono una “roadmap” per la cooperazione ed il proseguimento del dialogo sulle questioni finanziarie e fiscali.
L’accordo si basa sui punti chiave di tale roadmap e consentirà ad entrambi i paesi di rivedere l’attuale regime di imposizione dei lavoratori frontalieri.
L’accordo, descritto da una nota del ministero dell’Economia, comprende i seguenti principali elementi:
è fondato sul principio di reciprocità; fornisce una definizione di aree di frontiera che, per quanto riguarda la Svizzera, individua i Cantoni dei Grigioni, del Ticino e del Vallese e, nel caso dell’Italia, le Regioni Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano; fornisce una definizione di lavoratori frontalieri al fine dell’applicazione dell’accordo in questione e comprende i lavoratori frontalieri che vivono nei comuni i cui territori ricadono, per intero o parzialmente, in una fascia di 20 chilometri dal confine e che, in via di principio, ritornano quotidianamente nel proprio Stato di residenza.
Per quanto riguarda l’imposizione, la parte che più interessa i lavoratori coinvolti, la nota precisa che:
lo Stato in cui viene svolta l’attività lavorativa imporrà sul reddito da lavoro dipendente fino al 70% dell’imposta risultante dall’applicazione delle imposte ordinarie sui redditi delle persone fisiche. Lo Stato di residenza applicherà le proprie imposte sui redditi delle persone fisiche ed eliminerà la doppia imposizione. Sarà altresì effettuato uno scambio di informazioni in formato elettronico relativo ai redditi da lavoro dipendente dei lavoratori frontalieri e l’accordo sarà sottoposto a riesame ogni cinque anni.
Il Ministero dell’Economia ha diffuso anche una dichiarazione unilaterale che contiene una clausal di salvaguardia sull’accordo. Lo Stato italiano, infatti, ha specificato che: “La firma e il processo di ratifica dell’Accordo sui lavoratori frontalieri sono subordinati all’assenza di ogni forma di discriminazione e alla individuazione di una soluzione “euro-compatibile” nell’adeguare la legislazione svizzera al risultato del voto popolare sull’iniziativa del 9 febbraio 2014”.
Con riferimento a Campione d’Italia, l’Italia e la Svizzera hanno convenuto di istituire un comitato congiunto al fine di negoziare una soluzione complessiva sulle questioni fiscali e non fiscali.
Le due parti hanno inoltre esaminato una serie di possibili soluzioni sulle questioni di fiscalità indiretta. Nei prossimi mesi, con l’obiettivo di trovare una soluzione entro l’estate 2016, i negoziati proseguiranno su due possibili soluzioni: un rimborso forfetario e un contingente limitato ad valorem di merci tracciabile non assoggettato ad imposizione indiretta (IVA, accise e diritti doganali prelevati dalla dogana).
Il Ministero ha aggiunto anche un ulteriore commento in cui si specifica che “L’Italia è impegnata, nel quadro dei progressi sulle questioni fiscali relative ai lavoratori frontalieri e allo status di Campione d’Italia, a potenziare – in stretta collaborazione con la Svizzera – i collegamenti e le infrastrutture di trasporto che servono le zone di confine, per ridurre le congestioni nel traffico locale e per migliorare le condizioni complessive dei frontalieri e delle comunità locali”.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Albi.63 su A Pietro Broggi la borsa di studio della Famiglia Legnanese
Felice su Entro il 2025 Beko chiuderà gli stabilimenti di Comunanza e Siena. A Cassinetta taglierà i frigoriferi: 541 esuberi
malauros su Hanno 15 anni i tre ragazzini denunciati per il rogo all’azienda agricola di Voltorre
elenera su Ritrovato vivo ma ferito il malnatese disperso in Val Grande
elenera su "Non si potrebbe mettere questo cartello in mezzo alla rotonda di largo Flaiano a Varese?"
ccerfo su Don Marco Casale, neo-pastore di Gavirate: insieme è più bello
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.