La norma anti-burqa torna “mascherata” in consiglio comunale
Torna in due diverse versioni la norma per vietare di circolare in città in modo non riconoscibile. Ma dopo il caos dell'ultima seduta l'amministrazione punta a giocare d'anticipo
![burqa](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2016/01/varie-505103.610x431.jpg)
L’ultima volta non è andata benissimo: la minoranza che abbandona l’aula, la maggioranza che litiga con il Presidente dell’assise e la seduta che viene sospesa. Ma, nonostante il ritorno in discussione della norma anti-burqa, il prossimo appuntamento con il Consiglio Comunale di Busto Arsizio -convocato per il 16 gennaio- potrebbe essere molto meno turbolento.
All’ordine del giorno ci sarà sempre la delibera dei consiglieri Speroni, Salomi e Tovaglieri ma la giunta spera di giocare d’anticipo, aggirando l’ostacolo. L’amministrazione stessa ha infatti protocollato una sua proposta che riscrive il testo discusso fino ad oggi, mantenendone inalterato l’obiettivo.
“Richiamati i recenti episodi di terrorismo internazionale -si legge nel testo- che hanno sicuramente contribuito ad aumentare una percezione di insicurezza anche tra la popolazione residente” l’amministrazione vuole “agevolare i controlli delle forze di polizia in determinate situazioni o luoghi ricettizi, normalmente frequentati dalla collettività“. Come? Vietando di “utilizzare qualsiasi mezzo o indumento finalizzato, in modo predeterminato, ad impedire il riconoscimento delle persone che accedono alle strutture comunali sedi di attività istituzionali”, prendendo cioè spunto dalla deliberazione della giunta regionale che ha rafforzato le misure di sicurezza per l’accesso e la permanenza nelle sedi istituzionali e negli ospedali della Lombardia.
Una norma che andrebbe ad integrare il regolamento di Polizia Locale della città, ribadendo quanto previsto dalle norme nazionali già in vigore. Ed è proprio giocando su questo aspetto che si cerca di aggirare anche il pantano nel quale si rischierebbe di scivolare tra esenzioni e casi particolari. Nella nuova formulazione, infatti, si fa riferimento espressamente alle leggi nazionali per l’applicabilità “in esito agli accertamenti degli operatori di polizia che interverranno in sede di controllo”.
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