Sinistra rossa e immigrata, nasce l’anti Pd
Chi terrà alta la bandiera rossa a Varese, ma anche a Gallarate (un'eccezione) e Busto Arsizio
Bandiera rossa scende in campo verso l’8 marzo. O poco dopo. La data fatidica è quella di una assemblea di presentazione alla città. Obiettivo a Varese è la nascita di una lista delle sinistra, che presenterà un proprio candidato sindaco. Le novità? Il gruppo non sarà una sommatoria di sigle, ma di persone. La componente di stranieri sarà molto alta. Il nome? Dovrebbe essere “L’altra Varese possibile”.
I NOMI
I promotori? Eccone alcuni: Rocco Cordì consigliere comunale di Sel, Pippo Pitarresi ex consigliere comunale dei comunisti italiani, Carlo Scardeoni editore ed ex consigliere comunale di Rifondazione comunista, Giuseppe Musolino animatore culturale, Nicola Tosi attore e insegnante, Therry Dieng cooperatore e animatore delle associazioni multiculturali, Gisa Legatti storica militante della sinistra, Mario Franzilli segretario dell’associazione Italia Cuba, Wissam Otky e Redouane Otky attivi nella comunità marocchina.
PRC, PDCI, SEL
Dal punto di vista politico, la lista rappresenta un tentativo di rimettere insieme pezzi di Rifondazione comunista, Comunisti Italiani, Sinistra Ecologia e libertà, ma con un ragionamento di area culturale, diciamo così. I nuovi arrivati nella galassia, a volte un po’ litigiosa della sinistra, e cioè Sinistra Italiana e Possibile per ora stanno alla porta, anche se Sinistra Italiana è ormai partecipata da Sel mentre Possibile con il coordinatore cittadino Jacopo Zocchi avverte. “Il nostro progetto sta nascendo ora, da parte nostra ci potrebbe essere una apertura ma è ancora prematuro per dirlo”.
Qualche curiosità andrebbe citata: per esempio Pippo Pitarresi rivela: “E’ una bella comunità che si va costruendo – afferma – ci saranno vecchi amici ma anche ragazzi alternativi, per esempio ci sono alcuni giovani trotzkisti di Varese”.
GLI STRANIERI
Uno dei punti innovativi del gruppo è certamente la componente dei “nuovi italiani” come li definisce Rocco Cordì. Therry Dieng, senegalese ex operaio Whirlpool e sindacalista, oggi impegnato nell’integrazione dei richiedenti asilo, stava pensando a una lista di stranieri da almeno un anno. Ora dietro e accanto a lui sta crescendo l’impegno di diversi ragazzi marocchini, africani e kosovari.
Il simbolo sarà un cerchio rosso con la scritta del nome. Ricorda un po’ “L’altra europea con Tsipras”, ma Sel preferirebbe non citare quella esperienza. Secondo altri promotori tra cui Dieng l’esperienza invece è quella. I nomi in realtà non sono tutti nuovissimi, ma di certo il protagonismo degli italiani di seconda generazione potrebbe essere davvero una novità se si realizzasse.
(Roberto Molinari del Pd e Rocco Cordì di Sel, i due partiti hanno rotto prima delle primarie)
CORDi’
Diversi militanti di Sel entrano nel processo formativo, ma Cordì avverte: “Noi eravamo partiti dell’idea di una coalizione, ma la miopia del gruppo dirigente Pd ha portato alla rottura. Il Pd ha ora la sua mezza coalizione. Noi invece guardiamo alla ricomposizione di pezzi di sinistra, ma senza sigle. Solo con persone, forze sociali e movimenti”.
VARESE, GALLARATE, BUSTO ARSIZIO
Sul programma si sta lavorando. Una carta dei valori e poi le linee programmatiche. Di certo ci sarà grande attenzione agli stranieri. Da questa parte della barricata non ci sarà alcun imbarazzo a parlare, ad esempio, di diritto ai luoghi di culto e di moschea.
Così è per Varese. Se invece ci si sposta a Gallarate, lo scenario è del tutto diverso: Sel continuerà a partecipare alla coalizione del Pisapia bianco, Edoardo Guenzani, dove esprime l’assessore Cinzia Colombo. Esiste però l’ipotesi di una lista “Gallarate a sinistra” che potrebbe presentarsi da sola e che potrebbe comprendere i vecchi pezzi di Rifondazione e Comunisti Italiani. Mentre a Busto Arsizio va più o meno come a Varese, dove la sinistra diffusa ha una propria lista di rottura col Pd, Busto A Sinistra.
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Ho letto con stupito interesse l’articolo pubblicato il g- 23 dedicato alla conferenza stampa di un’altra Varese possibile. Interessante che Varese news dia spazio anche a realta politiche nuove e ancora in fase di formazione ma vorrei porre qualche domanda:come mai l’articolo non cita neppure una frase delle tre persone che hanno presentato il progetto e che dovevano interessare per la sua novità e per il radicale cambiamento che si propongono di portare nella prassi politica della citta°. Come mai l’articolista non ha dato nessuno spazio alla novità del progetto ma si è sentito autorizzato a declassarlo al ruolo di un tentativo di riunificare “rimasugli”di vecchie forze politiche?Perchè tanta insistenza nel catalogare le persone secondo le loro vecchie sigle ed etichette che loro si sono impegnati a mettere da parte per lavorare ad un progetto nuovo che vuole caratterizzarsi per partecipazione, nuovo criterio nella definizione delle priorità,realizzazione del principio di totale uguaglianza con i nuovi cittadini di Varese dall’articolo definiti ancora una volta stranieri? e perché non dare la parola alle persone che erano in sala e che forse non sono mai appartenute a nessun partito?i .Sinceramente il nostro lavoro non è stato ben interpretato. Gisa Legatti
L’articolo non riguarda un incontro pubblico, non è dunque il resoconto della conferenza stampa tenutasi qualche settimana fa. La fotografia è da intendersi come repertorio. Si tratta di una elaborazione giornalistica autonoma e indipendente.