“Metto in scena l’anima delle case”
Patrizia Ludovico racconta cos'è l'home staging, un lavoro così nuovo che in Italia non ha nemmeno un nome

Ci vuole coraggio per cambiare lavoro dopo i 50 anni, e ce ne vuole di più se il nuovo lavoro è così nuovo che in Italia praticamente non esiste.
Patrizia Ludovico, di Cuasso al Monte, è una “home stager”, cioè specialista di “home staging“, una professione che in italiano non ha una traduzione, ma che potrebbe suonare come “mettere in scena le case”.
Non è un caso che questa professione abbia, per ora, un nome solo inglese: “In Italia quasi non esiste questo ruolo, si inizia adesso – spiega Patrizia – E’ nata negli Stati uniti e lì si sta diffondendo molto rapidamente, perchè è funzionale ad un mercato come quello immobiliare che ha sofferto parecchio la crisi”.
L’home staging è infatti al servizio del mercato immobiliare. “L’obiettivo è quello di rendere appetibile una casa o un appartamento in vendita o in affitto. Serve a “comunicare” una casa. Oggi chi cerca casa lo fa sul web, e dunque l’obiettivo è quello di catturare l’attenzione del potenziale cliente con un’immagine che colpisca e seduca, che porti a fermarsi a guardare la gallery, che faccia venire voglia di andare a vedere quelle stanze, perchè evocano sensazioni di accoglienza e di bello”. Un’immagine a video, uno sguardo, pochi secondi che possono fare la differenza ed accorciare in modo significativo i tempi di vendita.
L’home staging non va confuso con l’interior design né con l’architettura: “L’architetto ha competenze tecniche, l’interior design va incontro alle esigenze del padrone di casa, l’home staging cerca invece di valorizzare una casa o un appartamento mettendone in risalto lo spirito, l’atmosfera, tutti i lati positivi”.
L’esperto di home staging, infatti, non ristruttura la casa, ma la presenta al meglio. “Il primo passo è un sopralluogo, per valutare le potenzialità della casa o dell’appartamento, per capirne in un certo senso la personalità. Poi si alleggerisce l’ambiente togliendo tutti gli elementi troppo datati o personali, a volte si interviene con una tinteggiatura, ma più spesso basta valorizzare la luce, dare una corretta percezione degli spazi, ad esempio eliminando o spostando gli arredi esistenti, e poi si aggiungono elementi decorativi e complementi che facciano in un certo senso “parlare” la casa, la rendano accogliente e seducente”.
Si passa poi al servizio fotografico, alla post produzione e al “racconto” cioè alla stesura di un testo che completi con le giuste informazioni le immagini. “Attenzione – precisa Patrizia – non è solo immagine. Fondamentale è che chi entra a visitare quella casa ritrovi esattamente quegli ambienti, quella luce, quelle atmosfere. Per questo la fase finale del mio lavoro è quella di istruire chi accompagnerà nella visita il potenziale cliente, il quale deve trovare la casa “viva”, con tutto quello che c’era nell’annuncio e anche di più: gli arredi, candele accese, le finestre aperte, se possibile fiori e piante, perchè molto spesso sono proprio i dettagli che veicolano le emozioni”.
Il risultato di questo lavoro è una significativa diminuzione dei tempi di vendita o di affitto di un immobile: “L’home staging non fa vendere ad un prezzo più alto, ma al giusto prezzo, riducendo i tempi, che nel mercato immobiliare sono costi perché una casa chiusa si deteriora, e la forbice di sconto fino al 50%. Le statistiche indicano che il tempo medio di vendita è di 280 giorni circa, ma con un intervento di home staging si riduce a 64 giorni, mentre la forbice di sconto passa dal 16 all’8%”.
Un lavoro che mescola marketing e arredamento, psicologia e tecniche della comunicazione. “In effetti l’home staging mi ha aperto un mondo che mi ha permesso di mixare competenze professionali e passioni – conclude Patrizia Ludovico, che ha lavorato come account director in un’agenzia di marketing prima a Milano e poi a Varese – C’è stato un momento di stop nella mia vita professionale che mi ha regalato il tempo per fare un corso di restauro, ho imparato a ridare vita a vecchi oggetti e facendo vedere i lavori che avevo realizzato a persone che abitano negli Stati Uniti e si è innescata una catena di contatti ed eventi che mi ha fatto scoprire l’home staging. Lì è scoccata la scintilla e ho capito che era proprio il lavoro che volevo fare. Così è nata la mia nuova vita, ho seguito una formazione specifica e ho fondato “Case in scena“.
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