Il portiere giramondo adesso para in Mongolia
Giacomo Ratto, 30 anni, ha firmato con l'Ulaanbaatar City Football Club: giocherà nel Paese asiatico per i prossimi sei mesi dopo aver calcato i campi di mezzo mondo

Il “nostro” portiere giramondo non si ferma mai. Dopo le Fiji, tocca alla Mongolia per Giacomo Ratto, estremo difensore di 30 anni, cresciuto nelle giovanili del Bosto e poi passato per Varese, Tradate, Luino. La sua carriera da globetrotter del pallone è cominciata nella vicina Svizzera, tra Castello e Mendrisio, ma si è presto allontanata dai confini italiani, toccando Malta, Panama e il Nicaragua, dove lo avevamo lasciato qualche anno fa, nella prima intervista che gli facemmo, nel 2014.
Ma non si è fermato al paese del Centro America, anzi. Da lì è andato alle Fiji (dove avrebbe divuto giocare la Champions League asiatica, ma ha avuto un problema col transfert), poi in Zimbabwe (dove non è riuscito a firmare il contratto per dissidi con l’allenatore locale), un fugace ritorno in Svizzera in serie D e poi ancora via, sempre più lontano, in Mongolia, dove si trova da due settimane e dove è stato messo subito ko da una bronchite, presa proprio pochi giorni prima del suo compleanno (il 19 aprile). Giocherà la prossima stagione con l’Ulaanbaatar City Football Club, squadra ambiziosa, anche se neopromossa nella Premier League del Paese asiatico.

Una vita fatta di avventure sportive “pazze”, un amore viscerale per il Deportivo La Coruna (che segue ogni settimana via internet, ripostando sui social le prodezze e i risultati dei giocatori galiziani), qualche delusione qua e là dovuta soprattutto a procuratori spregiudicati e poco seri e una voglia costante di sperimentare. In Mongolia ci è arrivato con due anni di ritardo, visto che già nel 2014 avrebbe dovuto firmare con il Khoromkhon, ma la squadra venne esclusa dalla AFC Cup e non se ne fece nulla.
Il contatto questa volta l’ha trovato con l’allenatore olandese dell’Ulaanbaatar City Football Club, Pieter De Jongh, contattato quando questi era al Cape Town, in Sud Africa: proprio il Continente Nero è il sogno nel cassetto di questo portiere giramondo: «Starò qui sei mesi – racconta -, poi proverò una nuova avventura in Africa, spero. La mia ragazza insegna a scuola in Italia, è rimasta lì, ma ormai si è abituata a queste mie trasferte fuori porta…Porto con me la storia dei posti dove vado, la cultura calcistica e le maglie da gioco. Non credo di fermarmi, voglio continuare a viaggiare e giocare a calcio».
In futuro Giacomo vuole provare a fare l’allenatore, per ora prova a parare tutti i palloni del mondo.
Figli di un gol minore – Tutti gli articoli della nostra rubrica sul “pallone nascosto”
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