Nel bar di Sant’Anna dove si incontrano oriente e occidente
Nel centro del villaggio costruito negli anni '50 c'è il bar La Perla, aperto 18 anni fa da un armeno e una giapponese. Qui si incontrano i residenti del quartiere, davanti ad un caffè

Armenia, Giappone e Italia si incontrano nel quartiere Sant’Anna, alla periferia di Busto Arsizio, e precisamente nel bar La Perla. Sono passati 18 anni da quando Ari Armen Mekiker, di origine armena, e sua moglie Akiko Fujita, giapponese, hanno scelto di investire qui, aprendo un’attività. La sua posizione strategica al centro del rione, in via Masaccio 9, ha permesso ad Ari e Akiko di guadagnarsi negli anni un posto nella storia della comunità locale.
L’atmosfera che si respira entrando nel locale è davvero particolare. L’arredamento ricorda vagamente i bar della “vecchia Milano”, ma ci sono anche simboli delle culture armena e giapponese. Ad esempio, immancabile il “Maneki Neko”, il gatto della fortuna e del buon auspicio nella cultura giapponese. Potremmo definire il locale un luogo d’incontro di persone, giovani e anziani, ma anche di culture diverse che si sono integrate benissimo nella comunità fino a diventare un vero e proprio punto di riferimento.
La storia dei due proprietari è molto bella. I due si sono conosciuti a Milano mentre Akiko studiava canto, grazie ad amicizie in comune si incontrarono e fu subito amore, hanno costruito una famiglia e intrapreso una strada sconosciuta e spesso difficile, soprattutto per uno straniero, quella di aprire un’attività.
A vedere Ari dietro al bancone, sembra essere nato per fare il barista. In realtà, una volta lavorava nel settore tessile. Aprire qui fu una scommessa, un investimento e un rischio ma ad oggi può davvero essere considerato la “perla” del rione, anche se la crisi non ha risparmiato nemmeno il suo bar. “Una volta l’attività andava molto bene, ìultimamente la crisi ha ridotto la nostra clientela – afferma- ma abbiamo un vantaggio, essendo un quartiere chiuso abbiamo i nostri clienti abituali”.
In passato il bar rimaneva aperto fino alle 2 di notte perché fuori si ritrovavano tanti ragazzi. Con il passare degli anni l’affluenza è diminuita e le occasioni in cui Ari decide di tenere aperto fino a tardi sono poche, ma non chiude mai prima di mezzanotte, fino a quell’ora lo potete trovare lì, pronto ad accogliere un abitante del villaggio o un passante col solito sorriso.
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