“Nozze” tra Inarzo, Cazzago e Bodio? I sindaci ci stanno pensando
La proposta del primo cittadino di Inarzo Montagna accolta con cautela ma senza chiusure: "Unire i tre comuni? Pensiamoci, ma la fusione no"

L’unione fa la forza? Se lo stanno domandando da qualche tempo i sindaci di Inarzo, Cazzago Brabbia e Bodio Lomnago. Il tema non è nuovo ed è stato “rispolverato” nei giorni scorsi da Mauro Montagna, sindaco uscente del comune di Inarzo e paladino della campagna per l’unificazione dei tre piccoli comuni.
Ma il passaggio non è semplice: se da una parte ci sono benefici economici e di razionalizzazione delle spese, dall’altra parte, sul piatto di un’ipotetica bilancia, c’è la necessità di mantenere l’identità culturale. Tema caldissimo soprattutto nei piccoli paesi di una provincia dal passato “glorioso” e dalle radici profonde.
“La fusione sarà argomento principale della nostra campagna elettorale“ aveva detto qualche giorno fa Montagna, che non si ricandida più a sindaco, ma che sarà in lista come consigliere comunale (il candidato è Giuseppe Bica, il vicesindaco attuale).

Se ne era parlato per mesi in passato, senza arrivare mai a niente di concreto. Ma l’esigenza di arrivare a un dunque non è solo di Inarzo. “Ci stiamo ragionando con calma – dice il sindaco di Cazzago Brabbia, Emilio Magni – perché non è un passaggio semplice. Vogliamo prima di tutto capire e studiare bene le differenze tra ‘unione’ e ‘fusione’: ci sono, e non sono differenze di poco conto. Ci rendiamo conto che il destino naturale dei piccoli comuni sia questo, sposarsi con quelli nella stessa situazione economica e sociale, ma un conto è l’unione, che è più flessibile, un conto la fusione: quello è un matrimonio irreversibile”.
“In passato abbiamo incontrato comuni che hanno fatto questa scelta: Maccagno che si è fuso con Pino Veddasca e Bardello, Malgesso e Bregano che invece hanno scelto di unirsi. Ci pare che la loro scelta sia stata premiata, ma ogni comune fa caso a sé, noi dobbiamo capire bene che vantaggi possiamo trarne. La fase successiva poi sarà quella di spiegare il senso di unire i comuni ai nostri concittadini, senza forzare la mano. A maggio penso convocheremo un’assemblea per parlare di questa possibilità e capire un po’ quali sono gli stati d’animo e le reazioni a questa proposta“.
Dello stesso avviso anche il sindaco di Bodio Lomnago Eleonora Paolelli: “Dei tre il nostro è il comune più grande – dice – ma ciò non toglie che unirsi agli altri due porterebbe benefici anche a noi. La nostra scuola funziona benissimo, è il nostro orgoglio, ma se ricevessimo i finanziamenti per costruirne un’altra più grande, dotata di palestra, più moderna e funzionale ne guadagneremmo tutti, credo.
Sono possibilista sull’unione con Cazzago e Inarzo – conclude Paolelli – ma a condizione che si riesca a preservare l’identità territoriale di ciascuno dei tre paesi: questo lo dobbiamo garantire ai nostri cittadini. Il resto si vedrà, anche noi vogliamo spiegare a tutti che cosa comporta un’unione quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi. Nessuna preclusione però. Se l’unione può aiutarci a far crescere i nostri paesi è meglio che cominciamo a pensarci”
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