Ospedale unico tra Busto e Gallarate: si comincia accorpando i reparti
Il direttore dell'ASST Valle Olona Brazzoli spiega il progetto allo studio. Si parte con la neurologia per poi passare ad altre unità operative, in attesa che si realizzi un presidio unico
« Non ho alcun mandato politico specifico. Ma dopo aver studiato la complessa situazione dell’azienda che dirigo, sono arrivato alla conclusione che si dovrà arrivare a un ospedale unico per Gallarate e Busto Arsizio» Giuseppe Brazzoli, direttore generale dell’ASST Valle Olona, che raggruppa cinque ospedali, parla delle novità imminenti a livello organizzativo .
L’unificazione, dunque, è un percorso obbligato: « Credo che sia l’unica salvezza per i due presidi che distano cinque chilometri e che sprecano risorse e personale, altrimenti utilizzabili per migliorare i servizi al cittadino».
Il dottor Brazzoli ne fa una questione di economicità: « Avere doppioni porta a diseconomie. Per questo stiamo mettendo a punto un progetto per eliminarli. Sicuramente non iniziamo dalle chirurgie o dalle unità di oncologia che sono reparti critici».
Tra i primi reparti a conoscere l’accorpamento ci sarà la neurologia: « Attualmente ci sono tre reparti: due a Gallarate ( tra cui quello dedicato alla sclerosi multipla) e uno a Busto. I locali del Sant’Antonio sono stati rimessi a nuovo di recente mentre al Circolo occorrerebbero interventi. L’idea, quindi, è quella di riunire i letti di degenza a Gallarate mentre gli ambulatori resteranno tutti aperti con specialisti presenti, anche per la loro consulenza in pronto soccorso».
I tempi tecnici non sono chiari: « Probabilmente lo attueremo in estate, quando nascerà l’esigenza di chiudere i posti letto per permettere le ferie del personale. Sono ancora in corso valutazioni e messa a punto delle varie fasi del progetto che, ripeto, coinvolgerà anche altri reparti. A partire dall’otorino, per esempio: sono due unità operative troppo piccole per stare separate».
L’idea del dottor Brazzoli, quindi, coinvolge tutti e 5 i presidi: « Ritengo, però, che il maggior sforzo riguarda proprio i due ospedali di Busto e Gallarate, sia per le dimensioni sia per l’estrema vicinanza. Ad Angera, invece, vorremo investire, a partire dal punto nascita che Regione Lombardia vuole mantenere. È un’offerta piccola ma importante per il suo territorio. Così Saronno che ha una vocazione speciale legata all’offerta che la cittadinanza chiede. Per Somma prevedo di mantenere il presidio piccolo con la vocazione riabilitativa e i servizi di base. Al suo interno potremo accogliere una delle innovazioni della riforma come il POT».
In un sistema complesso come quello regionale lombardo, in un periodo di risorse limitate l’ospedale unico diventa realtà: « Io non ho il mandato di chiederne uno ma credo che sia l’unica soluzione per la loro sopravvivenza»
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