Macabre sollecitudini da Cannes
Gli studenti del liceo Cairoli di Varese sono a Cannes per seguire il festival. Esperienze nuove e affascinanti ma anche sorprese inquietanti

Primo racconto dal Festival di Cannes pubblicato dagli studenti di IID del liceo classico Cairoli di Varese, giunti all’importante rassegna cinematografica inviati e preparati dagli esperti di Film Studio ’90 e del blog Cinequanon
Cannes è caotica, multiforme. Arriviamo verso le 14.30 e subito ci immergiamo nella Croisette. Una fiumana di volti e voci ci avvolge. Al Grand Thèatre danno la prima di American Honey, il Palais è circondato da ragazzi con il cartello‘Invitation S.V.P.’, alla ricerca dell’invito che non sono riusciti ad accaparrarsi la mattina. Paparazzi, giornalisti, ma anche persone comuni si sono arrampicate sulle transenne, su scale e improvvisati piedistalli (persino un parchimetro!).
Verso le 16.00 ci accodiamo all’ingresso Cannes Cinéphiles di Un Certaine Regard diretti verso la sala Debussy, e ci fermiamo per un attimo a pensare che vedremo gratuitamente questo film…first time in our lives!
Il film che ci si presenta davanti agli occhi è Caîni di Bogdan Mirica: un uomo su un’auto. Un urlo soffocato dalla steppa infinita: ecco una scena che rimane impressa di questo film. Da un’atmosfera claustrofobica, in cui gli uomini vivono come cani sciolti inbranco, presi da istinti animaleschi, a un paesaggio indifferente che non solo non partecipa, ma anche opprime con la sua infinitezza.
La scena che più ci ha colpito di tutta la pellicola, oltre alla meravigliosa fotografia, ai campi totali e ai tempi lenti che convergono in un crescere di sollecitudini, è un apparente quadretto di quotidianità di un uomo anziano che, tornato dal lavoro, in una sequenza lunghissima e quasi estenuante spilucca quello che ha nel piatto. E ci vuole quasi un istante prima di rendersi conto che quello che ha davanti non è un petto di pollo, ma quel che resta di un piede umano. E tutto si impregna subito di una forte inquietudine dall’aria macabra che si correla alla realtà cruda e crudele della mafia rumena.
Non male come inizio.
da Cannes, la redazione della II Esabac
Foto
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Felice su Il sindaco di Daverio difende il Trail delle Terre di Mezzo: "Chi rovina i boschi sono gli spacciatori"
lenny54 su Matteo Bianchi eletto Vice-Presidente del Comitato europeo delle regioni in Europa
luigiudici su Fotovoltaico, le società energetiche si arricchiscono alle nostre spalle
gokusayan123 su A Varese e provincia i furti preoccupano i residenti: “Sono entrati in casa a rubarmi con le tute da imbianchino”
BarbaraFede su «Nello sgombero dei senza tetto a Malpensa, i veri fragili sono i cacciatori e non i cacciati»
pzellner su Fotovoltaico, le società energetiche si arricchiscono alle nostre spalle
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.